Zauma

Aristotele afferma che la filosofia nasce da Zauma. Parola, sostiene Severino, che è stata tradotta in maniera troppo debole: “meraviglia”. La filosofia nasce dalla “meraviglia”. Certo. Ma questa parola è troppo leggera per rendere il suo vero significato. Infatti, Zauma si riferisce al terrore, alla paura del dolore, della morte, dell’infelicità. La filosofia, innanzitutto, nasce dalla paura.

L’uomo, fin dall’inizio, non è solo un essere impegnato a procurarsi strumenti tecnici per sopravvivere. Ciò è stato sicuramente importante per difendersi dalle minacce della natura, ma non è bastato.

Aristotele sostiene che anche coloro che amano il mito sono filosofi, infatti il mito raccoglie in sé quelle prospettive che orientano fin dagli albori la vita dell’uomo. Ad un certo punto, l’uomo non si accontenta più del rimedio offerto dal mito. La parola mythos significa racconto, ma non viene vissuto come favola, ma piuttosto come situazione reale. È qualcosa che indica un certo volere dell’uomo: voglio che il mondo abbia questo senso. In questo atto di produzione  si incontra il poetico. La parola poesia deriva da poiesis che vuol dire produzione. Il mito è produzione di senso, è il desiderio che il mondo sia in questo modo piuttosto che in quell’altro.

Ad un certo momento l’uomo non si accontenta più di “sognare la realtà”, sognare il rimedio contro la morte, contro il dolore. L’uomo si mette a cercare qualcosa che non possa essere smentito, che sia verità incontrovertibile. Qui nasce la filosofia, dalla volontà di guardare la verità delle cose.