Il principio di piacere opera tramite vie preformate attraverso le quali si muove la scarica pulsionale, tali circuiti subiscono gli effetti dei meccanismi di plasticità. Il concetto freudiano di facilitazione (Bahnung) è analogo a quello di facilitazione che incontriamo nel flusso di informazioni prodotto dai meccanismi di plasticità neurale.[i]
Il principio d’inerzia, ovvero il principio di piacere, grazie alle facilitazioni, si conserva, si consolida, perché esso si avvale di percorsi preformati all’interno dell’«apparato neuronico» che rendono quasi automatico il suo deflusso. Cioè, le facilitazioni favoriscono lo scarico della pulsione attraverso l’uso di quelle vie più consolidate e questo consente il mantenimento di un certo livello di energia proteggendo da un «eccitamento» che potrebbe diventare anche dannoso.
Queste vie costruiscono una rete di tracce, collegate tra loro che agevolano la scarica della pulsione, e più la pulsione si scarica attraverso queste vie preferenziali più esse si consolidano; ciò genera un funzionamento automatico; quindi il principio di piacere implica una certa inerzia associata ad una certa ripetitività. Inerzia e ripetizione.
La facilitazione è una via strutturata, “scritta”, percorribile sempre allo stesso modo è attraverso questo sentiero tracciato in modo indelebile che l’energia in eccesso passa.
In termini fisiologici, il ripristino dell’omeostasi segue vie che si
consolidano mediante i meccanismi di plasticità ovvero grazie al loro utilizzo
ripetuto.
Il principio di piacere emerge tramite la scarica pulsionale.
Questa scarica per il soggetto ha valore di uno stimolo proveniente dal mondo
esternom, stimolo che viene così identificato come causa della scarica
pulsionale, come causa del piacere.
[i] Per il concetto di facilitazione (Bahnung) nel funzionamento dell’apparato psichico vedi Il progetto di una psicologia (1895).