La lettera è un tratto che definisce ogni lettera, che la differenzia e che la rende unica; è un tratto a cui il soggetto si può identificare in quanto soggetto senza sinn, senza sapere. Questa identificazione al soggetto che non sa (non del sinn) è l’unica identificazione a cui può tendere il soggetto oscillante. È un vuoto che chiama ad una idealizzazione, una funzione ideale. È una funzione ideale legata ad uno svuotamento. A=A: il tratto delle due A è lo stesso. È il proprio della scrittura. L’essere si identifica a qualcosa di questo ordine. Ciò che qualifica un significante è la sua differenza che si confonde con l’unità stessa. È pura differenza. L’Uno come tale è l’altro in quanto definito nel suo tratto unitario, l’Uno è l’Altro. L’Uno è l’Uno nella sua assolutezza. Io sono un altro, è questo l’unico modo per trovare un ancoraggio altro. Il vero supporto dell’identità: la differenza assoluta, poggia su questo supporto. L’unità in quanto differenza assoluta, è il supporto di questo significante. È una differenza assoluta che non può dirsi.
Il passaggio dall’orda all’essere individuale avviene attraverso la lettera, la scrittura della lettera, il tratto. Lacan fa l’esempio del primitivo che va a caccia ed ammazza la prima, la seconda, la terza bestia: come fare per non sentirsi completamente solidale, tutt’uno, con questo presente che si rinnova sempre uguale. Le tracce, (tacche) | | | |, poste su ogni animale fa sì che dal reale sorga un’altra dimensione che gli permette di scandire, il tempo e la sua storia. Tratti che sono uno diverso dall’altro, ma identici. È il significante che introduce nel reale la differenza come tale. Il vero supporto dell’identità, la differenza ridotta all’ossa, privata di qualsiasi qualità, la beteudung, significa la Cosa. Il significante tale in quanto rappresenta il soggetto per un altro significante. L’identificazione, erede del complesso edipico, è l’identificazione ad un tratto unitario. Un tratto muto che sembra fare senso. Punto fermo, beteudung del fallo.