Fin dai primi istanti di vita, l’esperienza di soddisfacimento, è vincolata all’intervento dell’Altro e già da questi primi istanti si registrano le prime tracce neurali e si determinano i primi percorsi di scarica pulsionale.
L’azione dell’Altro, l’effetto della suo azione (educativa), determina e incanala di volta in volta il percorso della pulsione.
Il bambino inizialmente è attraversato da stati somatici ovvero la spinta pulsionale non è canalizzata non essendo ancora avviatosi il processo di associazione delle tracce psichiche inconsce (che appunto aiuta la canalizzazione).
L’inconscio ha la funzione di canalizzare l’energia vivente.
Senza l’associazione tra tracce psichiche e stati somatici, la scarica pulsionale finirebbe per non essere soggetta al principio di costanza (che secondo Freud è necessario per la vita umana). Ci sarebbe una disorganizzazione pulsionale tale che porterebbe alla morte.
All’opposto di questa condizione, l’organizzazione psichica assicura la costruzione della propria realtà interna inconscia attraverso la tessitura delle registrazioni, le trascrizioni delle tracce intrecciate, associate agli stati somatici. Se gli stati somatici fossero scollegati dalle rappresentazioni inconsce che strutturano lo scenario fantasmatico, allora ci sarebbe il caos. Si andrebbe al di là del principio di piacere, il godimento del vivente sarebbe incontenibile, disorganizzato e primordiale. Il soggetto si ritroverebbe in preda agli stati somatici slegati da ogni rappresentazione. Condizione questa riconducibile al concetto freudiano di pulsione di morte. Gli stati somatici non incanalati in una possibile scarica pulsionale causerebbero l’annientamento del soggetto.