Il trattamento dei nemici
Anche nei popoli selvaggi e semiselvaggi, quando un uomo viene ucciso, vi è l’obbligo di rispettare una serie di prescrizioni, inserite negli usi imposti dal tabù. Tali prescrizioni si distinguono in quattro gruppi:
- la riconciliazione con il nemico ucciso;
- alcune limitazioni;
- pratiche espiatorie, purificazione dell’uccisore;
- determinate misure cerimoniali.
Freud sottolinea innanzitutto che da tutte queste regole si deduce che il comportamento verso i nemici esprime anche altri impulsi oltre a quelli ostili: pentimento, stima per il nemico, cattiva coscienza per averlo ucciso. Tutti questi elementi sembrano fondarsi su due principi: estensione del tabù dal morto a tutto il ciò che è entrato in contatto con lui, e la paura dello spirito del morto assassinato. Freud evidenzia che l’unitarietà della concezione psicoanalitica ci porta a considerare che tutte queste prescrizioni si producono dall’ambivalenza emotiva provata nei confronti del nemico.