Continuamente ci illudiamo di far partecipare i nostri stati di coscienza alla esteriorità delle cose esterne. Noi solidifichiamo il nostro flusso di coscienza, poniamo delle distinzioni in esso, ed è in questo modo che riusciamo…
Rappresentazione simbolica della durata (22/40)
L’idea di una serie reversibile, o semplicemente di un certo ordine di successione nel tempo, comporta di per sé la rappresentazione dello spazio. Se immaginiamo una linea retta infinita e su di essa un punto…
L’errore delle neuroscienze (20/40)
Il concetto di “durata” evoca inevitabilmente quello di “corrente di pensiero” di William James che rimette l’accento, sulla differenza tra il vissuto (la reazione emozionale, il sentire un certo sconvolgimento omeostatico…) rispetto alle virtualizzazioni, ai…
La serialità numerica e la giustapposizione spaziale (18/40)
È inconfutabile che un numero superi un altro quando si trova dopo di esso nella serie naturale dei numeri. Per il fatto stesso che fra di essi vi è un rapporto contenente-contenitore, è possibile disporre…
Lo spazio geometrico del divenire (17/40)
Apparentemente sembra impossibile poter vivere senza “estensività” o “sentimento di volume”. Lo spazio funge da simbolo della fissità e della divisibilità all’infinito. Bergson insiste molto nel ricordarci che l’estensione concreta, cioè la diversità delle qualità…
Dall’immediato all’utile (16/40)
La pura intuizione intuisce una continuità indivisa, sostiene Bergson, ma noi la frazioniamo in elementi giustapposti che qui corrispondo a delle parole distinte, là a degli oggetti indipendenti: abbiamo così il passaggio dall’immediato all’utile. Sequenze…
Non c’è un adesso, non c’è una sequenza di momenti intervallati che trascorrono (14/40)
Non ci è concesso, non è possibile, concepire, immaginare la mente come una porzione della nostra visione del mondo. [i] L’oggetto di studio corrisponde alla capacità stessa di poter studiare. Searle sostiene che «l’irriducibilità della…