Ci spostiamo continuamente tra l’istante presente, dove si svolge l’azione e il ricordo delle rappresentazioni. Il richiamo alla coscienza delle rappresentazioni coinvolge sensazioni conservate sotto forma di «marcature somatiche». Ai ricordi è associata una sensazione percepibile a livello corporeo.
Quante volte ci capita di essere consapevoli degli stati somatici associati mentre riemerge una rappresentazione o una percezione?
William James sosteneva che uno stimolo esterno, nell’attivare il sistema sensoriale oltre a produrre una percezione viene associato anche a una risposta somatica. Lo stimolo associato ad uno stato somatico sarebbe in questo caso la base della percezione di un’emozione.
In Principi di psicologia (1890) James ci mostra questa ipotesi
attraverso alcuni esempi: «Io non so immaginare qual genere di emozione di
paura rimarrebbe se non fosse presente il senso, né del pulsare affrettato del
cuore, né del respiro superficiale, né del tremor delle labbra o del piegarsi
delle gambe, né dalla pelle d’oca, né dei sussulti viscerali. Può qualcuno
rappresentarsi uno stato di rabbia senza pensare il sobbollimento del petto, l’arrossare
del viso, il dilatarsi delle narici, lo stringere dei denti, l’impulso all’azione
vigorosa, ma invece immobili e rilasciati tutti i muscoli, il respiro
tranquillo con un placido viso?»[1].
[1] James W., Principi di psicologia, Società editrice libraria, Milano, 1901, p. 753.