Sento in lontananza un cane abbaiare…(21/40)

Sentiamo battere lontano un martello. I suoni formano una melodia indivisibile. C’è una progressione dinamica. Appena iniziamo ad immaginare la causa oggettiva che produce quei suoni, suddividiamo quel progresso dinamico in fasi. Identiche le une alle altre.

Sento in lontananza un cane abbaiare. C’è un suono. Poi un altro. E poi un altro ancora. Quel cane abbaia. Lo immagino emettere il primo suono, poi il secondo, e quindi il terzo. La mia coscienza ha percepito i suoni come qualità e non come quantità, ma io non posso non contare, la mia coscienza conserva la forma qualitativa fino a quando a questa ultima non viene sovrapposta simbolicamente una estensione, finché quella percezione non viene spazializzata, proiettata ortogonalmente in modo tale da consentire la numerabilità, la numerazione, elemento 1, elemento 2, elemento 3. Dalla qualità percettiva alla quantità spazializzata e messa in successione, prima, dopo, dopo ancora.

La mia immaginazione vede un cane abbaiare, poi ancora e ancora una volta. L’abbaiare del cane è stato percepito come qualità e non come quantità. Così come si presenta alla coscienza immediata mantiene la sua forma inestesa fino a quando questa viene sostituita da una rappresentazione simbolica derivata dall’estensione.