Nel Al di là del principio di piacere prende corpo il concetto di das Ding (Cosa), ripreso dal Progetto per una psicologia. Lacan ricondurrà il concetto di godimento a quello di das Ding e non più a quello di desiderio. Nel Seminario VII emerge la differenza, non più conciliabile, tra desiderio e godimento. Il desiderio viene dall’Altro. Il godimento viene dalla Cosa[1].
L’elemento propulsore del desiderio non è l’essere ma la mancanza-a-essere. Mancanza strutturale che sottomette il soggetto all’Altro. Il godimento invece non è in relazione all’Altro ma alla Cosa.
Ma a cosa ci riferiamo quando diciamo Cosa? Per Freud das Ding si riferisce all’oggetto perduto. Al primo soddisfacimento. È la rimozione originaria a causare la perdita della Cosa.
La Cosa si riferisce al godimento pieno, incondizionato. La Cosa è una non-Cosa, da sempre segnata, barrata dal significante. La Cosa è perduta. Non è né un significato originario, del quale riappropriarsi, né un oggetto di soddisfazione antecedente alla rimozione. È la rimozione stessa ad essere originaria e lo è proprio perché la Cosa non indica un’Origine antecedente alla rimozione.
La Cosa è “fuori significato”, “perduta” e ritrovata ogni volta in “altra cosa” (autrechose) e dunque mai più ritrovata. La Cosa è una “realtà muta”, “fuori significato”, non riconducibile all’ordine simbolico, né a quello immaginario.
Nei primi anni cinquanta (Funzione e campo) l’inconscio è strutturato come un linguaggio e in primo piano c’è l’ordine simbolico. Il reale invece è l’estremo limite dell’esperienza umana, un noumeno senza aperture, collassato su se stesso, indecifrabile. Nel Seminario VII il reale diventa costitutivo del soggetto.
La Cosa, da un alto, non è un’immagine e non entra nel gioco delle identificazioni immaginarie e, dall’altro lato, in quanto “muta”, la Cosa non entra neanche nella circolazione della catena significante, non è nel linguaggio, è semmai una crepa nella catena significante.
E’ impossibile avere una rappresentazione per la das Ding. Essa non appartiene alla dimensione simbolico-immaginario del senso, anzi, essa è quell’estraneo che è in grado di creare un buco nell’ordine simbolico. È intorno alla das Ding che si concentrano tutte le rappresentazione dell’uomo, è in torno ad essa che ruota “tutto il movimento della Vorstellung”[2].
La Cosa è estranea alla catena significante, esterna ad essa, “fuori significato”. La Cosa è “ciò che del reale primordiale patisce del significante”[3]. Non è una realtà inafferrabile, noumenica alla kantiana maniera. Il fatto che essa patisce del significante vuol dire che è proprio l’azione del significante che intacca il reale primordiale, rendendo la Cosa un vuoto, ossia un oggetto perduto.
Lacan dice che c’è un “identità tra il modellamento del significante e l’introduzione nel reale di un buco, di uno iato”[4]. La Cosa è assolutamente estranea, altra dal campo del linguaggio, ma allo stesso tempo non è pensabile se non a partire dal linguaggio stesso, cioè: l’azione del linguaggio negativizza il reale primordiale della Cosa.
La Cosa è ciò che “descriviamo come quel luogo centrale, quell’esteriorità intima, quell’estimità”[5]. Extimité, dice Lacan.
“DasDing” è al centro di tutto e allo stesso tempo è esclusa da tutto il resto: è quell’Altro primordiale, impossibile da dimenticare, entfremdet, “estraneo a me pur stando al centro di me”[6].
La Cosa è irrimediabilmente perduta. La Cosa in quanto vuoto è l’effetto dell’azione dell’Altro, è l’effetto delle leggi del linguaggio. Essa costituisce il “vuoto al centro del reale”[7]. È l’indice della perdita originaria dell’oggetto.
Lacan riprende la concezione freudiana dell’oggetto perduto in quanto condizione strutturante la soggettività umana.
[1] Jacques Lacan, Scritti, Einaudi, Torino, 2002, Vol. II, p. 855
[2] Jacques Lacan, Il Seminario. Libro VII. L’etica della psicoanalisi, Torino, Einaudi, 2008, pp. 71-72
[3] Jacques Lacan, Op. Cit., p. 151
[4] Jacques Lacan, Op. Cit., p. 155
[5] Jacques Lacan, Op. Cit., p. 177
[6] Jacques Lacan, Op. Cit., p. 89
[7] Jacques Lacan, Op. Cit., p. 155