A partire dalla rielaborazione del materiale clinico sullo sviluppo infantile, recentemente, sono emersi nuovi ambiti di ricerca sull’osservazione diretta delle primissime fasi evolutive. In tale prospettiva, ricordiamo il contributo di Esther Bick in riferimento all’osservazione diretta della coppia madre-bambino (Bick, E., 1964). La metodologia dell’ “infant observation”, se in principio è stata ragione di controversie all’interno della teoria psicoanalitica classica (Glover, E., 1945; Isaacs, S., 1952), recentemente è stata inserita tra la discipline di studio per la formazione di psicoanalisti e psicoterapeuti infantili. È stata valorizzata come un addestramento al percepire psicoanalitico, che non prende il posto dell’esperienza analitica personale ma, ne costituisce un presupposto e un sicuro arricchimento. Dalla’osservazione dei lattanti, la Bick ha osservato la distinzione tra uno stato primario di non-integrazione, vissuto dal bambino come esperienza di totale impotenza e uno stato di disintegrazione, caratterizzato da processi di scissione. Nella condizione di non-integrazione il bambino ricercherebbe un oggetto capace di svolgere la funzione di conservare unite, di contenere si potrebbe dire, le parti della personalità non ancora differenziate dal corpo. Secondo l’autore, l’oggetto contenente, sarebbe vissuto come una pelle, indispensabile per lo sviluppo dei processi d’identificazione e successivamente di scissione primaria ed idealizzazione del Sé e dell’oggetto, descritti da Melanie Klein. La funzione di contenimento consente la maturazione dell’introiezione e della capacità di elaborazione di uno spazio interno al Sé che si differenzi da quello esterno. Uno sviluppo non adeguato di questa funzione primaria della pelle, potrebbe condurre ad una confusione d’identità nell’evoluzione della personalità. Il disturbo di tale funzione può derivare sia da carenze dell’oggetto esterno, la madre, sia da attacchi fantasmatici contro di esso che ne impediscono l’introiezione. Un tal evento potrebbe condurre alla formazione di una “seconda pelle” (Bick, E., 1968) in cui la dipendenza dall’oggetto sarebbe sostituita da una falsa dipendenza, generata da un inadeguato uso delle funzioni mentali, che andrebbero, appunto, a sostituire la funzione di contenimento della pelle. Lo sviluppo di una “seconda pelle” è una componente tipica dell’esperienza di alcuni bambini psicotici, infatti, Tustin, riprendendo le ipotesi della Bick, sostiene che i bambini autistici vivano il proprio corpo (e con esso, la pelle che ne costituisce la copertura) come ferito dall’esperienza di separazione dal corpo della madre. A tal proposito, conseguentemente, si sviluppa una “seconda pelle” che produce l’“incapsulamento autistico”.
Giannotti e De Astis (Giannotti, A., De Astis, G., 1990) considerano il ruolo della relazione madre-bambino fondamentale per un adeguato sviluppo psicologico. Lo sviluppo psichico si arresterebbe, nelle psicosi infantili, in una tappa molto precoce, anteriore allo sviluppo dell’attaccamento alla figura materna o in seguito, mediante un processo di regressione. La madre deve essere in grado di contenere le angosce primordiali del bambino, di elaborarle e offrirle, rigirandole, a lui, attraverso modalità rassicuranti, assumendo la funzione di “schermo protettivo”, nei confronti di un ambiente troppo ricco di stimoli; in alternativa, il bambino “bombardato” da stimoli percepiti come dirompenti, verso i quali si difende come può e cioè organizzando una barriera difensiva, per mezzo di manovre autistiche quali le stereotipie, isolamento ed ecolalia, il suo sviluppo sarà seriamente compromesso (Ibidem).
Bibliografia
Bick, E. (1964). Notes on infant observation in psycho-analytic training. The International Journal of Psychoanalytic Psychotherapy, 45, 558-566 (tr. it. Note sull’osservazione del lattante nell’addestramento psicoanalitico. In S. Isaacs et al., L’Osservazione diretta del bambino. Torino: Bollati Boringhieri, pp. 70-89, 1989).
Glover, E. (1945). Examination of the Klein system of child psychology. The Psychoanalytic Study of the Child, 1, 75-118; e in: Isaacs, S., On the nature and function of phantasy, in: Klein, M. et al., Developments in Psychoanalysis, London: Hogart, pp. 67-121, 1952.
Bick, E. (1968). The experience of the skin in early object-relations. The International Journal of Psychoanalytic Psychotherapy, 49, 484-486 (tr. it. in Isaacs, S. et al., L’Osservazione diretta del bambino, Torino: Bollati Boringhieri, pp. 90-95, 1989).
Giannotti, A. & De Astis, G. (1990). Sviluppo atipico e psicosi. Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, 52, 13-17.