Schema Maladattivo Precoce – Schema Therapy [2]

Lo Schema Maladattivo Precoce rappresenta un tema generale e permeante che include pensieri, sensazioni somatiche, memorie e concerne se stessi e gli altri. Sono percepiti come verità e non come il risultato della propria storia di vita. Gli Schemi sono in grado di incidere sulla percezione, l’attribuzione di senso, l’attenzione e le memorizzazioni che tenderanno a essere in sintonia con lo Schema attivato, tenderanno cioè a confermarlo. Per esempio, se un soggetto crede di essere noioso convoglierà l’attenzione su tutti quei segnali dell’altro che potranno confermare questo schema. Gli Schemi influenzano il comportamento e il comportamento stesso tende a mantenere inalterato lo Schema nel tempo. Esso infatti tende a perpetuarsi attraverso una sorta di profezia che si auto-avvera. In questo senso lo Schema crea una realtà alternativa che rappresenta quella vissuta nell’infanzia e che connoterà la visione del mondo. Lo Schema si colloca su un continuum di gravità che rappresenterà la cifra dell’invivibilità o meno dello Schema stesso. Esso, infatti, fornisce una visione, per quanto distorta, coerente di noi stessi e degli altri, rendendo l’ambiente circostante prevedibile; proprio per questo è difficile lasciare “il già conosciuto”, la nostra coerenza interna, per qualcosa di “nuovo”.

Young et al. (2003)[1] classificano i bisogni emotivi fondamentali in cinque domini ciascuno dei quali raggruppa un insieme di schemi disfunzionali originatosi dalla frustrazione del bisogno corrispondente al dominio.

Bisogni emotiviDominioSchema disfunzionale ([i])
Attaccamento sicuro agli altri: stabilità, rispetto, accudimento amorevole, empatia, protezione, accettazione e integrazioneDistacco e rifiutoAbbandono/ Instabilità; Sfiducia/ Abuso; Deprivazione emotiva; Inadeguatezza/ Vergogna; Esclusione sociale;
Autonomia, competenza e senso di identitàSvilimento dell’autonomia e della performanceDipendenza/Incompetenza; Vulnerabilità al pericolo e alle malattie; Invischiamento/Sé poco sviluppato; Fallimento;
Limiti realistici e auto-controlloIndebolimento dei limitiPretese/Grandiosità; Autocontrollo e Autodisciplina insufficiente;
Libertà di esprimere i propri bisogni ed emozioniGestione da parte degli altriSottomissione; Autosacrificio; Ricerca di approvazione e riconoscimento;
Spontaneità e giocoIpervigilanza e inibizioneNegatività/Pessimismo; Inibizione emotiva; Standard severi; Punizione

I modi di reagire alle minacce contenute negli Schemi sono: attacco, fuga e immobilità. Questi danno luogo a tre stili di coping: ipercompensazione, evitamento e resa. Uno Schema è costituito da ricordi, emozioni, sensazioni somatiche e cognizioni, le strategie di coping invece esprimono i comportamenti.

Lo stile di coping di evitamento, si traduce in comportamenti finalizzati ad allontanare le emozioni negative legate all’attivazione dello Schema (es. alcol, comportamenti compulsivi, droghe…). L’evitamento consiste nel tentativo di allontanare pensieri o sensazioni negative o evitare quei contesti o persone che sono in grado di innescarli: dedicandosi in maniera totale allo sport, al lavoro, comportamenti ripetitivi (es. pulire continuamente la casa), uso di sostanze o alcol, rapporti sessuali occasionali e promiscui. Il rischio in questi casi è quello di escludere dalla propria vita vaste aree della propria esistenza che resteranno inesplorate. Per esempio, alcuni pazienti in seduta parlano di questioni di poco conto per evitare di parlare dei nodi critici della propria esistenza.

Lo stile di coping della resa, si traduce in una completa accettazione dello Schema che assume valore di verità, di destino al quale adeguarsi. Parliamo di soggetti che hanno la convinzione assoluta della veridicità del proprio Schema e quindi agiscono in maniera da confermarlo costantemente.

Lo stile di coping della ipercompensazione è caratterizzato invece da comportamenti finalizzati a difendersi da quelle emozioni proprie dello Schema, il fine è quello di evitare l’esperienza che ha generato lo Schema attraverso comportamenti volti a contrastarlo, facendo cioè l’opposto di quanto suggerito dallo Schema: può sembrare uno stile adattivo ma non è così, infatti, a fronte di un iperinvestimento sull’anti-Schema spesso si rischia di fallire sprofondare nella delusione. Questo stile di ipercompensazione è presente spesso nei disturbi di personalità narcisistici e istrionici. Nel primo caso, l’atteggiamento arrogante e superbo rappresentano il tentativo di non esperire le sensazioni di inferiorità o ordinarietà mentre, nel secondo caso, il tentativo di impressionare l’altro, di sedurlo, sarebbero la risposta alla sensazione di non essere notati, di essere trascurati. Quindi, due soggetti che presentano lo stesso Schema possono avere due destini di vita completamente differenti in base allo stile di coping.

I fattori che contribuiscono al mantenimento dello Schema sono: le distorsioni cognitive, gli stili di coping e gli stili di vita autodistruttivi. Le distorsioni cognitive orientano la raccolta delle informazioni, contribuiscono all’interpretazione delle cause di ciò che succede nella vita e generano le conclusioni ossia le inferenze su ciò che accade. Quindi le distorsioni cognitive sono alla base dei ragionamenti coerenti con i contenuti dello Schema. I tentativi di far fronte alle credenze di base dello Schema producono un suo consolidamento. La fuga di fronte alle emozioni negative impedisce al soggetto di disconfermare le minacce insite nello Schema. A tutto ciò si aggiungono gli stili di vita autodistruttivi che portano il soggetto a ripetere scelte mal adattive. Per esempio, un soggetto con Schema di esclusione sociale, ritenendosi ai margini della vita sociale, rifiuta inviti a partecipare a eventi sociali e il senso di esclusione sarà attribuito agli altri e non a sé stessi come risultato del proprio atteggiamento.

Per dar conto dei bruschi cambiamenti di emozioni, comportamenti, stati psichici che si susseguono in una persona è stato introdotto il concetto di Mode[ii]. Uno Schema descrive un tratto stabile di una persona, un Mode invece fotografa il soggetto in uno specifico momento indicando stati emotivi, Schemi e stile di coping attivo in una specifica situazione. E’ un concetto che serve per definire quei cambiamenti che posso generarsi grazie a stimoli interni o esterni. Young et al.[2] teorizzano l’esistenza di dieci Mode  che implicano l’attivazione di specifici Schemi[3], risposte emotive e stili di coping. Questi Mode sono raggruppati in quattro categorie: 1) Mode Bambino, che rappresenta i bisogni primari insoddisfatti; 2) Mode Coping disfunzionale, l’esagerazione dei meccanismi di coping disadattivi; 3) Mode Genitore disfunzionale, che rappresentano l’identificazione con un genitore, l’interiorizzazione del comportamento di una figura di riferimento; 4) Mode Adulto funzionale, in questo caso entrano in gioco pensieri funzionali e la persona esperisce sentimenti di contentezza e spontaneità.


[1] J. E. Young, J. S. Klosko, M. E. Weishaar, Schema therapy: A practitioner’s guide, New York, Guilford Press, 2003.

[2] Ibidem.

[3] J. E. Young, J. S. Klosko e M. E. Weishaar, Schema therapy. La terapia cognitivo comportamentale integrata per i disturbi della personalità, a cura di A. Carrozza, N. Marsigli e G. Melli, Firenze, Eclipsi, 2007.


[i] Ecco una breve descrizione degli schemi disfunzionali.

Abbandono/Instabilità. Questo Schema porta a sentire sempre vicina la possibilità di perdere la persona amata con il conseguente precipitare in una dimensione di solitudine, in un mondo di estranei, nel più orribile deserto affettivo. Il tratto caratteristico di questo Schema è la sensazione che a breve si resterà soli precipitando in una condizione di assoluta mancanza di affetto. Spesso questo Schema si origina a partire dalle sensazioni traumatiche vissute per una interruzione prematura del rapporto madre/bambino o meglio, il legame tra la figura di riferimento e il bambino è instabile e porta una separazione. La separazione che causa l’abbandono può avere diverse motivazioni: morte, malattia, separazione, un semplice viaggio di un genitore, il genitore è depresso, alcolizzato o non in grado di mantenere un legame costante. A volte, anche per la nascita di un altro figlio, per i cambi continui di figure di riferimento stabili (es. tate) o dove ci sono liti tra genitori che compromettono la sensazione di stabilità familiare nel bambino.

A tutto questo si aggiunge una variante dello Schema dell’Abbandono che si caratterizza per una forte paura di rimanere soli, ma non per la condizione di solitudine in cui si precipiterebbe, piuttosto perché non ci si sente in grado di sopravvivere da soli senza una presenza che faccia da guida, sostegno o protezione. In questo secondo caso, la causa non è un ambiente infantile instabile ma iperprotettivo e fin troppo sicuro, dove il bisogno di percepirsi come autonomo e capace è stato frustrato, e ciò ha portato alla formazione dell’idea che senza gli altri non sia possibile sopravvivere. In questo caso a questo Schema si associa quello della Dipendenza.

Sfiducia/Abuso. Questo Schema genera poca fiducia negli altri, incluso il terapeuta. Gli altri sono imprevedibili, inaffidabili, possono ferire, umiliare e manipolare per i propri scopi. Questo Schema si forma quando il bisogno di rispetto viene frustrato. Nei casi più gravi è possibile riscontrare un abuso fisico, sessuale e verbale. Essere picchiati, molestati sessualmente insultati, umiliati.

Lo Schema di Sfiducia si può formare anche in forma più ridotta: svelando i segreti del bambino, manipolando, mentendo o, in alcuni casi, il bambino può aver assistito a comportamenti di tradimento e manipolazione di un genitore verso altri oppure, se i genitori o altre figure di riferimento hanno intenzionalmente educato il bambino a non fidarsi degli altri e degli estranei.

Deprivazione emotiva. È uno schema che ingenera la convinzione che il proprio bisogno di amore resterà sempre insoddisfatto, che si è destinati a vivere in solitudine anche se questa condizione non è dovuta alla mancanza di presenza dell’altro (come nell’Abbandono). L’altro è presente ma la convinzione che il bisogno di accudimento amorevole, di empatia e protezione sarà disatteso è granitica. Spesso i pazienti che hanno questo Schema possono descrivere la loro relazione con la famiglia d’origine come normale, senza particolari problemi anche se, quando si soffermano sui bisogni emotivi legati all’amore, all’empatia, alla protezione, prendono coscienza delle carenze e il senso di vuoto comincia a trovare una possibile spiegazione. Questo Schema è presente quando in famiglia manca una guida, una protezione, una posto in cui ripararsi dai pericoli e dalle difficoltà, dove è possibile sentirsi appoggiati e sostenuti.

Inadeguatezza/Vergogna. Questo Schema si caratterizza per la sensazione di avere difetti nell’aspetto fisico, nei propri istinti, per il proprio carattere, per la propria aggressività o vulnerabilità. Si mette cioè in discussione ciò che si è e l’idea che questa parte inaccettabile e così profonda possa essere scoperta dall’altro, genera un forte senso di vergogna. Le persone che presentano questo Schema temono che gli altri possano accorgersi delle proprie mancanze e si affannano per impedirlo con la strategia di coping denominata ipercompensazione. Per esempio, un paziente narcisista per non esperire la sensazione di inadeguatezza è costretto a mostrarsi sempre in maniera grandiosa e seduttiva. Una persona invece che ha uno stile di coping evitante, tende a mantenere gli altri a distanza per evitare quelle sensazioni legate all’inadeguatezza. Questo Schema causa spesso autosvalutazione e spinta a misurarsi confrontandosi con gli altri. È comune in quelle famiglia in cui uno o entrambi i genitori hanno pretese estremamente elevate nei confronti della moralità del bambino o non danno valore ai suoi bisogni di affermazione. Spesso in queste condizioni il bambino non si sente all’altezza di un fratello. Sembra fallire la funzione empatica. Non riconoscendosi come un individuo adeguato, con delle abilità su cui poter contare, allora il bambino inizia a paragonarsi agli altri mettendosi in disputa per definire una gerarchia fatta di vincenti o perdenti.

Esclusione. La presenza di questo Schema genera la percezione di essere esclusi dal mondo, perché indesiderabili o diversi. Ne scaturisce un profondo senso di solitudine. Ciò che fa sentire indesiderabili sono soprattutto gli aspetti esteriori (aspetto fisico), in questo si differenza dello Schema di Inadeguatezza che riguarda caratteristiche profonde, interne, sostanziali. Lo schema dell’esclusione è alla base del profondo senso di timore per il giudizio negativo degli altri. Nasce dalla frustrazione del bisogno di integrazione nel gruppo dovuta alle caratteristiche fisiche (obesità, eccessiva magrezza, debolezza, handicap…) psicologiche (es. balbuzie, enuresi) e sociali (povertà). L’esclusione può essere legata anche alle caratteristiche della famiglia d’origine che può avere: basso livello di istruzione, uno status sociale ed economico inadeguato o problemi di altro genere.

Dipendenza/Incompetenza. Questo Schema genera la continua sensazione di non avere le competenze sufficienti per affrontare gli impegni quotidiani, le sfide della vita e il mondo in generale. Da queste convinzioni scaturisce l’idea che per potersi assicurare la sopravvivenza è necessario affidarsi a qualcuno che ha la capacità di indirizzare e consigliare. Questo Schema si forma in ambienti familiari caratterizzati da forte diffidenza verso il mondo esterno che, per il bambino, diventa pieno di pericoli nascosti. Ci si sente protetti solo nell’ambiente domestico e tutto ciò che riguarda l’esplorazione del mondo esterno è inibita. Difficilmente soggetti che presentano questo Schema chiedono un aiuto terapeutico per modificare queste convinzioni, piuttosto, chiedono di poter gestire l’ansia, trovare una soluzione al problema della minaccia che l’altro possa abbandonarlo.

Vulnerabilità al pericolo e alle malattie. Questo Schema causa la costante paura che qualcosa di drammatico possa succedere. La catastrofe potrebbe manifestarsi in diversi modi: una diagnosi nefasta, una malattia improvvisa e irreparabile (es. infarto, ictus…). Le paure non riguardano solo l’integrità fisica ma anche catastrofi naturali, crisi finanziarie. A differenza dello Schema Dipendenza/Incompetenza dove ci si percepisce come non in grado di affrontare i problemi quotidiani, incluso problemi di salute, nello Schema Vulnerabilità si teme un evento singolo e catastrofico.

Invischiamento/Sé poco sviluppato. Questo Schema determina la mancanza di confini e la completa fusione nei rapporti interpersonali, in particolare con le figure genitoriali, anche se può succedere con partner, amici o datori di lavoro. I due soggetti coinvolti in questo Schema condividono una intimità profondissima e sono terrorizzati dall’idea di poter fare a meno l’uno dell’altro. La sensazione, nell’interagire con una persona con questo Schema, è quella di non riuscire a capire quali siano le preferenze, i pensieri, i gusti dell’uno e dell’altro. Il livello di vischiosità dei due soggetti non consente di distinguere tra le due identità. Il legame è così vincolante che la persona che presenta questo Schema non riesce a sviluppare un senso di identità separato finendo per sacrificare le proprie inclinazioni in nome di questo legame. Questo incide negativamente sull’autonomia e l’indipendenza soggettiva. Ci sono anche soggetti che sviluppano un Sé poco strutturato privi della componente dell’invischiamento. Sono soggetti cresciuti in ambienti autoritari.

Fallimento. Questo Schema implica una continua autovalutazione delle prestazioni che sono giudicate inferiori a quelle degli altri: a livello scolastico, professionale, sociale ecc.. La persona si percepisce sempre come perdente, minimizzando i propri successi e sopravvalutando quelli degli altri.

Pretese/Grandiosità. Questo Schema si riscontra in soggetti che hanno la percezione di superiorità e di appartenenza a una categoria sociale, culturale superiore. Il soggetto crede che tutto sia concesso per diritto di nascita, date le presunte doti superiori. Le regole valide per gli altri non valgono per lui e manca qualsiasi empatia per gli altri. L’altro è solo un mezzo per raggiungere i propri scopi, anche se è solo quello di mantenere un costante livello di autostima senza nessuna reciprocità. Questo Schema può presentarsi in modo autentico o come ipercompensazione dello Schema di Inadeguatezza/Vergogna (vedi personalità narcisistica). Lo Schema della Pretesa/Grandiosità si origina in contesti familiari caratterizzati da eccessiva indulgenza da parte dei genitori che non sono in grado di porre delle regole e dei limiti.

Autocontrollo e Autodisciplina insufficiente. Questo Schema determina l’incapacità di rimandare una gratificazione affinché si possano raggiungere degli obiettivi più a lungo termine. Si riscontrano in questo caso eccessi di impulsività con conseguente incapacità controllare le proprie emozioni o incapacità di tollerare le frustrazioni con conseguente fuga da qualsiasi impegno, sacrificio o responsabilità. Questo Schema limita quasi sempre la vita del paziente ed emerge in famiglie molto permissive e dove non viene trasmessa nessuna idea di sacrificio, responsabilità e dove ogni volta che c’è da faticare o soffrire viene suggerito di abbandonare il compito per evitare fallimenti o fatiche inutili.

Sottomissione. Questo Schema è presente nei soggetti che si sentono costretti a inibire i propri bisogni o le proprie emozioni, per il timore che l’altro possa abbandonarlo. Si è remissivi non per motivi morali ma per evitare l’abbandono o una punizione. Le limitazioni nel poter esprimere le propri emozioni comporta un accumulo in grado di scatenare reazioni di ira, somatizzazioni o abuso di sostanze.

Autosacrificio. Questo Schema si riscontra in soggetti mossi da una forte spinta altruistica e grande capacità empatica. Si differenzia dallo Schema Sottomissione, dove si rinuncia volontariamente a soddisfare i propri bisogni per evitare scenari sentiti come catastrofici (es. abbandono dell’altro), perché l’autosacrificio qui è volto a ridurre la sofferenza dell’altro o per evitare sensi di colpa o per rispondere a ferrei principi di condotta. Questo può creare un fallimento nella soddisfazione dei propri bisogni e dare origine allo Schema di deprivazione emotiva. Il soggetto infatti percepisce la differenza tra quanto dà e quanto riceve e spesso il disagio si trasforma in reazioni somatiche e, stando male, si creano le condizioni per essere curati dall’altro. Se nel caso dello Schema di sottomissione la famiglia è molto autoritaria e i bisogni del bambino devono sottomettersi quelli dell’adulto, nelle famiglie dove si sviluppano Schemi di Autosacrificio, spesso è presente un famigliare malato, depresso o in ogni caso bisognoso di accudimento.

Ricerca di approvazione e riconoscimento. Questo Schema si riscontra nelle persone particolarmente interessate all’immagine data agli altri. Ciò che interessa di più è essere riconosciuti. Questa è la fonte principale di soddisfazione. La presenza di questo Schema può comportare la soppressione dei propri bisogni e delle proprie inclinazioni solo per essere accettati dall’altro. Questi soggetti presentano spesso grande attenzione allo status sociale, alla carriera, alla bellezza, all’immagine offerta all’altro. L’eccessiva focalizzazione su questi aspetti inibisce l’espressione delle proprie inclinazioni, desideri creando un forte senso di frammentazione dell’identità.

Negatività/pessimismo. Questo Schema è presente in persone convinte che qualcosa di negativo possa accadere all’improvviso. La catastrofe può riguardare l’ambito economico-finanziario, lavorativo, salute… . Si tende in questi casi a prestare molta attenzione alle notizie negative.

Inibizione emotiva. Questo Schema si presenta in soggetti che evitano continuamente l’espressione delle proprie emozioni. Sono soggetti freddi, anaffettivi, ipercontrollati. Preferiscono evitare di esprimersi per non trovarsi nella condizione di vergognarsi per aver mostrato le parti imperfette di sé. Questo Schema si produce in un contesto famigliare caratterizzato da una forte attenzione al dominio di sé, privo di spontaneità nell’espressione delle emozioni e questo non consente di instaurare delle relazioni soddisfacenti e ciò fa precipitare il soggetto in una profonda solitudine interiore. Questo tipo di schema si trova nel disturbo ossessivo compulsivo di personalità.

Standard severi. Le persone che presentano questo Schema si caratterizzano per una continua ricerca di risultati e di performance ottimali che genera una visione dicotomica della realtà: o successo o fallimento. La prestazione deve essere ottima, senza errori o imprecisioni. La spinta a essere perfezionisti non nasce per ottenere l’approvazione dell’altro ma a causa di un ideale di perfezione al quale non si può rinunciare. Questo può avere diverse conseguenze: la rinuncia al divertimento o a coltivare altri aspetti della vita oppure la ricerca della perfezione. Espone anche ad atteggiamenti inconcludenti che possono portare a un fallimento. Sono soggetti severi, facilmente irritabili se qualcuno minaccia il raggiungimento del massimo risultato.

Punizione. Questo Schema si caratterizza per la radicale convinzione che chi commette un errore debba essere punito. Questa regola vale per gli altri e per se stessi. Non c’è pietà, compassione o deroghe possibili. L’imperfezione non è un’attenuante e manca l’empatia.

[ii] Young et al. (Young, 2003) teorizzano l’esistenza di dieci Mode  che implicano l’attivazione di specifici Schemi(Young et. al, 2007), risposte emotive e stili di coping. Questi Mode sono raggruppati in quattro categorie:

1) Mode Bambino, che rappresenta i bisogni primari insoddisfatti. A partire dalla risposta emotiva e comportamentale, si posso identificare quattro sottocategorie di questo Mode: Bambino vulnerabile, arrabiato, impulsivo/indisciplinato, felice. Il primo attiva sentimendi di disforia, ansia, paura o impotenza a causa di uno più Schemi (Abbandono,deprivazione emotiva, violenza). In questo caso l’obiettivo della terapia è quella di promuovereuna auto-accudimento ma per fare questo è necessario accedere al nucleo centrale, al Bambino vulnerabile, non facendosi ostacolare dagli stili di coping disfunzionali. Il Bambino arrabbiato reagisce di fronte a esperienze di distacco, abbandono, abuso, maltrattamento e umiliazione Diventa irragionevole e impulsivo per colpire violentemente chi ha fatto loro il torto. In questi casi non ci sono limiti nell’espressione della rabbia. Il Bambino impulsivo è spinto da Schemi di Pretese/Grandiosità o Autodisciplina e autocontrollo insufficienti.

2) Mode Coping disfunzionale, l’esagerazione dei meccanismi di coping disadattivi. Corrispondono a stili di coping non solo comportamentali, ma anche emotivi e cognitivi. I Mode coping disfunzionale rappresentano un tentativo di fonteggiare le esperienze precoci e possono  esprimersi in Mode Arreso compiacente, Protettore distaccato, Ipercompensatore. Lo stile di coping dell’Arreso compiacente è la resa, cioè risponde pienamente alle aspettative dell’altro e quindi può accettare di essere maltrattato, manipolato, offeso per evitare il conflitto e assicurarsi la presenza dell’altro. Il Mode Protettore invece ha come stile di coping l’evitamento per difendersi dalla vulnerabilità e dalla sofferenza qualora la fragilità venisse a galla. L’attivazione di questo Mode si esprime con comportamento distante, distratto, iper-razionale o iper-intelletuale. L’obiettivo è quello di tenere a debita distanza le emozioni. Sono frequenti in questi caso uso di alcol, droghe, sessualità promiscua, abbuffate. Il Mode Ipercompensatore implica invece comportamenti, emozioni, cognizioni con i quali ci si difende e si tenta di prendere distanza dallo Schema Es. mostrare un’immagine perfetta di sé per compensare il senso di inadeguatezza).

3) Mode Genitore disfunzionale, che raprpesentano l’identificazione con un genitore, l’interiorizzazione del comportamento di una figura di riferimento. La figura genitoriale si esprime internamente mediante una voce che critica e punisce per le mancanze, vere o presunte che siano. A seconda di ciò che la “voce” dice si possono distinguere due Mode Genitore Disfunzionae: Genitore punitivo, Genitore critico o esigente. Il primo è particolarmente presente nei soggetti borderline. Arntz e van Genderen (Arntz A., Van Genderen H. (2009), Schema Therapy for Borderline Personality Disorder, Chichester, Wiley-Blackwell (trad. it. Lo Schema therapy per il disturbo borderline di personalità, Milano, Raffaello Cortina, 2011).) sostengono che il soggetto si auto-punisce per aver espresso i sentimenti di rabbia o di vulnerabilità. Il soggetto si sente imperfetto, sbagliato, orribile e ritiene necessaria una punzione e può mettere in atto comportamenti suicidari o simili. C’è un forte legame tra Genitore Punitivo e Bambino vulnerabile e spesso l’attivazione dell’uno implica l’attivazione anche dell’altro: una dinamica vittima-carnefice vissuta a livello intrapsichico. Il Genitore cirtico psinge a raggiungere standard molto alti. La voce interna spinge affinché la persona si impegni al massimo nel lavoro o in altri ambiti per raggiungere una posizione alta perché pensa che solo così potra avere la sensazione di perferzione e completezza (es. pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo e narcisistico).

4) Mode Adulto funzionale, in questo caso entrano in gioco pensieri funzionali e la persona esperisce sentimenti di contentezza e spontaneità.

Pratica clinica

La presa in carico del paziente inizia con l’assesment che ha l’obiettivo di comprendere gli Schemi i meccanismi di coping e Mode. Segue la formulazione scritta del caso che chiarisce le distorsioni cognitive, gli stili di vita insani e la concettualizzazione dove vengono riportate le origini dello Schema. La concettualizzazione del caso viene redatta insieme al paziente. Questa fase, denominata di psicoeducazione, produce una storia nella quale il paziente riuscirà a trovare un senso alla propria esperienza.

L’obiettivo precipuo della Schema Therapy che si integra perfettamente con la TCC, è quello di liberarsi delle distorsioni cognitive e affrontare in modo corretto la realtà. Quindi c’è una messa in discussione continua dello Schema. Le tecniche usate per la riattribuzione delle evidenze sono sostanzialmente quelle della Terapia Cognitivo Comportamentale: dialogo socratico, ricerca di prove a favore o a sfavore di una ipotesi, analisi delle evidenze effettuata da giudici diversi.