La “rappresentanza ideativa” è la rappresentazione a cui si aggancia la pulsione.[i]
Il termine “rappresentanza ideativa” indica la “rappresentanza data da una rappresentazione”, indica cioè ciò che fa le veci della pulsione tra le varie altre rappresentazioni.
La pulsione essendo di origine somatica non viene rimossa, spinge continuamente per emergere.
Le rappresentanze ideative (della pulsione) invece sono rimosse, esse sono composite ovvero sono composte dalla rappresentazione e da uno stato endosomatico (pulsionale).
La rappresentanza ideativa passa così come è nel sistema inconscio.
Scrive Freud «Abbiamo […] motivo di supporre l’esistenza di una rimozione originaria, e cioè di una prima fase della rimozione che consiste nel fatto che alla ‘rappresentanza’ psichica (ideativa) di una pulsione viene interdetto l’accesso alla coscienza. Con ciò si produce una fissazione: la rappresentanza in questione continua da allora in poi a sussistere immutata, e la pulsione rimane ad essa legata»[ii].
La rimozione originaria fa sì che la pulsione si fissi a una rappresentanza ideativa.
La rappresentanza ideativa è la trascrizione psichica delle eccitazioni endosomatiche.
Infatti, come vedremo nel quarto capitolo, la pulsione ha la sua fonte nei processi organici che causano le tensioni interne, tuttavia la meta e egli oggetti a cui tende sono altrove: la pulsione ha un destino psichico.
La rappresentanza ideativa è una delegazione del somatico nello psichico, è cioè il rappresentante psichico degli stimoli che si originano dall’interno del corpo e arrivano alla psiche. Cioè, gli stimoli percepiti producono degli effetti “immediati”, cioè, non mediati da una rappresentazione psichica, che tuttavia producono delle reazioni endosomatiche e sono queste ultime a pervenire in qualche modo alla psiche.
La relazione in gioco qui è tra somatico e psichico, tra mandante e delegato.
La pulsione è somatica e si avvale di delegati rappresentativi per giocarsi la sua partita anche nella psiche, ovvero la componente somatica inscrive qualcosa di se stessa nello psichico attraverso delle rappresentazioni.
Freud sostiene l’esistenza di un altro elemento in grado di rappresentare la pulsione, ovvero l’ammontare di affetto che «[…] corrisponde alla pulsione nella misura in cui quest’ultima si è staccata dalla rappresentazione e trova un modo di esprimersi proporzionato al suo valore quantitativo in processi che vengono avvertiti sensitivamente come affetti»[iii].
Se da un lato la rappresentanza ideativa della pulsione scompare dalla coscienza, il fattore quantitativo della rappresentanza pulsionale può essere di tre tipi: la pulsione può essere repressa, può manifestarsi sotto forma di una tonalità affettiva oppure sotto forma di angoscia. [iv]
Quindi, da un lato abbiamo la componente ideativa (rappresentazione) e dall’altro il fattore quantitativo (affetto o angoscia).
La rimozione ha la funzione di proteggere, di evitare il dispiacere.
«Ne consegue – scrive Freud – che il destino dell’ammontare affettivo della rappresentanza (pulsionale) è di gran lunga più importante dell’esito cui va incontro la rappresentazione»[v].
L’affetto può essere conservato e dunque
spostarsi su un’altra rappresentazione, oppure essere trasformato in un altro
affetto, in particolare nell’angoscia, oppure può essere represso. In
sintesi: la rappresentazione ideativa è composta dalla rappresentazione
(componente ideativa) e da uno stato endosomatico (pulsionale). Se da un lato, la
rappresentazione può essere rimossa, dall’altro, l’affetto può essere represso.
[i] Il termine “rappresentanza ideativa” è la traduzione italiana di “Vorstellungsrepràsentanz”, dove “Repràsentanz” è traducibile in “delegazione” e il termine “Vorstellung” come “rappresentazione”.
[ii] Freud S., Introduzione alla psicoanalisi e altri scritti, OSF, Vol. 8, p. 38.
[iii] Freud S., op. cit, OSF, Vol. 8, p. 43.
[iv] «La pulsione può essere totalmente repressa così che di essa non si trova più traccia alcuna; oppure si manifesta come un affetto con una coloritura qualsivoglia di tipo qualitativo; oppure si tramuta in angoscia». Freud S., Introduzione alla psicoanalisi, OSF, (Metapsicologia, Rimozione), vol. 8, p. 43.
[v] Freud S., op. cit., OSF, Vol. 8, pp. 43-44.