La psicoanalisi nelle istituzioni, rende necessario lavorare nei colloqui preliminari per sfoltire la densità iniziale del sintomo e vedere se il soggetto consente di cercare dei significanti non più riducibili. Dei significanti cardini. Questa è la messa in forma del sintomo. Solo se la ricerca si apre ad una responsabilizzazione del soggetto possiamo parlare di colloqui preliminari.
Lacan articola la questione preliminare in due assi fondamentali. Nel primo si riferisce alla clinica delle psicosi, ovvero la clinica di un soggetto per il quale, a causa della forclusione del Nome-del-padre, risulta impossibile quell’operazione di mediazione simbolica resa possibile dalla castrazione edipica. Nella psicosi, la mancanza di rimozione, e dunque di realizzazione simbolica del soggetto dell’inconscio, comporta il ritorno nel reale di ciò che non può essere simbolizzato. Nella clinica delle nevrosi, invece, il reale del godimento subisce un trattamento preliminare attraverso la metafora paterna, un sorta di trattamento preliminare del godimento. Ciò che si produce in questo caso è una castrazione del godimento della madre che consente un’apertura simbolica per il soggetto. Il lavoro clinico con le psicosi deve fondarsi proprio sul fallimento di questo trattamento preliminare del godimento, favorendone la ricostruzione di un suppletivo. Proprio a partire dalla mancanza del trattamento preliminare della metafora paterna è necessario inventare una modalità attraverso la quale rendere possibile una regolazione del godimento. La clinica contemporanea è chiamata a confrontarsi proprio con la fragilità strutturale e generalizzata della metafora paterna. Debolezza che produce ritorni del godimento nel reale tali da rendere i nuovi sintomi non più riconducibili alla logica del significante (“sintomo = metafora”).
La seconda direzione invece si riferisce alla dialettica della cura dove il trattamento preliminare è il trattamento della domanda. Lacan qui si sofferma sull’importanza della pratica dei colloqui preliminari. La precondizione indispensabile per l’esistenza del soggetto dell’inconscio è l’offerta dell’ascolto analitico che rende possibile l’inclusione dell’analista nel concetto stesso di inconscio. Se la questione preliminare nell’ambito della cura delle psicosi si fonda sulla regolazione del reale del godimento in quanto supplenza di quell’assenza del Nome-del-Padre, il trattamento preliminare nelle nevrosi fa emergere la domanda in quanto elemento di mediazione e di articolazione tra sintomo e transfert.