Il bambino autistico richiede un ossessivo ordine degli oggetti nel mondo. Ordine che ha un effetto pacificante. Kanner riporta a questa necessità di ordine tutta una serie di fenomeni che si riscontrano in questi bambini. Gli oggetti hanno un ritmo binario. Girare la testa da una parte all’altra. Sono stereotipie che introducono una differenza, un + e un – , aperto e chiuso, destra e sinistra, un abbozzo di una differenza significante. Il ritmo introduce qualcosa della differenza. Non c’è differenza nel reale. Per esempio l’alternanza del giorno/notte, mangiare/non-mangiare, presenza/assenza, su uno sfondo di uniformità. È un modo del bambino di trovare una pacificazione. Ogni intervento dell’altro rischia di diventare un intrusione.
Ogni volta che c’è una nevrosi in un adulto bisogna intercettare una nevrosi infantile. Quando abbiamo una nevrosi infantile, siamo in un tempo costitutivo della struttura nevrotica. Il caso di Hans è molto esemplificativo. Hans incontra questo punto di difficoltà nella costituzione della suo sintomo. Nel Seminario I Lacan accosta la condizione del bambino autistico alla condizione schizofrenica: un corpo che non ha trovato una unificazione pur essendo in un tempo di sviluppo organico ancora in corso. La condizione dell’autismo è letta come condizione dell’allucinazione, nella dimensione stessa del corpo. Un corpo non simbolizzato dove il godimento non è localizzato nella voce che arriva e che costituisce un’intrusione. Gli autistici si intendono da soli. Non c’è spazio per l’altro.