Introduzione. 261-62. La psicologia individuale verte sull’uomo singolo e mira a scoprire attraverso quali modalità egli persegua il soddisfacimento dei propri moti pulsionali; eppure solo raramente e come eccezione la psicologia individuale riesce a prescindere dalle relazioni del singolo con altri individui. Nella vita psichica del singolo, l’altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico. La contrapposizione tra atti psichici sociali e atti narcisistici rientra per intero nell’ambito della psicologia individuale, e non risulta idonea a separarla dalla psicologia sociale o delle masse. Nei rapporti che istituisce con i genitori e i fratelli, con la persona amata, con l’amico, il maestro e il medico, l’individuo subisce l’influsso di un’unica persona o di un numero assai limitato di persone, ognuna delle quali ha acquistato per lui un’importanza straordinaria. La psicologia delle masse considera invece l’individuo in quanto membro di una stirpe, di un popolo, di una casta, di un ceto sociale, di un’istituzione, o in quanto elemento di un raggruppamento umano che a un certo momento e in vista di un determinato fine si è organizzato come massa. La psicologia delle masse abbraccia una quantità incalcolabile di problemi specifici e assegna al ricercatore compiti innumerevoli, non ancora ben delimitati.La descrizione dell’ anima delle masse in Le Bon
263-71
Se nella massa gli individui sono collegati tra loro in modo da costituire un’unità, deve esserci qualcosa che li lega, e tale vincolo potrebbe essere proprio ciò che caratterizza la massa. Nella massa, secondo Le Bon, le acquisizioni individuali dei singoli scompaiono, e con ciò scompare il loro specifico modo di essere. Affiora l’inconscio razziale, l’eterogeneo sprofonda nell’omogeneo. La sovrastruttura psichica, sviluppatasi nel singolo in forme estremamente variegate, viene per così dire indebolita, e il fondamento inconscio, che tutti hanno in comune, viene messo a nudo e reso operante. Nella massa l’individuo si trova posto in condizioni che gli consentono di sbarazzarsi delle rimozioni dei propri moti pulsionali inconsci. Le Bon ritiene che gli individui appartenenti a una massa manifestino anche caratteristiche nuove, in precedenza non possedute, e ne cerca la causa in tre fattori diversi: 1) L’individuo inserito in una massa acquista, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile, e ciò gli permette di cedere a istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe necessariamente tenuto a freno; 2) il contagio mentale; 3) la suggestionabilità. La massa è impulsiva, mutevole e irritabile. È governata quasi per intero dall’inconscio. È straordinariamente influenzabile e credula, è acritica; per essa non esiste l’inverosimile. La massa soggiace alla potenza magica delle parole. Le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità.
Altre valutazioni della vita psichica collettiva
272-77
I due enunciati che contengono le più importanti tesi di Le Bon, relativi all’inibizione collettiva delle capacità intellettuali e all’accrescersi dell’affettività nella massa, erano stati formulati non molto tempo prima da Sighele. Eppure anche l’anima delle masse è capace di creazioni spirituali geniali, come è dimostrato anzitutto dalla lingua e in secondo luogo dal canto popolare, dal folklore ecc. Il fenomeno più sorprendente e nello stesso tempo più importante nella formazione di una massa è l’esaltazione, prodotta in ogni singolo, dell’affettività. Possiamo dire, ritiene McDougall, che in altre condizioni raramente gli affetti umani acquistano proporzioni quali quelle che si producono in una massa. Questa sensazione degli individui di essere travolti tutti quanti insieme è, secondo McDougall, dovuta al contagio emotivo. La massa fa al singolo l’impressione di una potenza illimitata e di un pericolo invincibile. McDougall enumera cinque condizioni principali indispensabili all’innalzamento del livello della vita psichica della massa: 1) che ci sia una certa continuità di esistenza della massa; 2) che il singolo membro si sia formata un’idea ben precisa circa la natura, la funzione, le attività e le pretese della massa; 3) che la massa venga a interagire con altre formazioni collettive; 4) che possieda tradizioni, usi e istituzioni; 5) che sia articolata e abbia una struttura definita.
Suggestione e libido
278-82
All’interno di una massa e per influsso di questa, l’individuo subisce una modificazione spesso profonda della propria attività psichica. Non è possibile spiegare soltanto in base a fattori razionali i fenomeni che s’impongono all’osservazione. Ciò che in genere ci viene offerto come spiegazione è la suggestione. La suggestione è un fenomeno originario, non ulteriormente riducibile, un fatto fondamentale della vita psichica umana. Al fine di indagare la psicologia delle masse, Freud utilizza il concetto di libido. Questo termine desunto dalla teoria dell’affettività designa – considerandola una grandezza quantitativa – l’energia delle pulsioni attinenti a tutto ciò che può essere compendiato nella parola “amore”. In psicoanalisi tali pulsioni amorose vengono chiamate pulsioni sessuali. Si parte dall’ipotesi che le relazioni d’amore costituiscano anche l’essenza della psiche collettiva. La massa evidentemente è tenuta insieme da una qualche forza: a quale forza potremmo attribuire meglio questa funzione se non a Eros? Se nella massa il singolo rinuncia al proprio peculiare modo di essere e si lascia suggestionare dagli altri, ciò avviene, sembra, perché vi è in lui un bisogno di stare in armonia con gli altri anziché contrapporvisi.
Due masse artificiali: la Chiesa e l’Esercito
283-88
La Chiesa e l’Esercito sono masse artificiali; per salvaguardarle dalla disgregazione e per impedire modificazioni della loro struttura, viene impiegata una certa coercizione esterna. Nella Chiesa come nell’Esercito, per quanto possano essere diverse, sotto altri aspetti, queste due istituzioni, vige la medesima finzione (illusione) in base alla quale esiste un capo supremo che ama di amore uguale tutti i singoli componenti della massa. Tutto risulta subordinato a tale illusione. In entrambe queste masse artificiali ogni individuo è libidicamente legato da un lato al capo (il Cristo, il comandante supremo), dall’altro agli altri individui componenti la massa. La natura profonda di una massa consiste nei legami libidici che in essa si stabiliscono. Se la massa si sgretola, sorge il panico; i legami reciproci cessano di esistere, e si scatena una paura sconfinata, irragionevole. Il timor panico presuppone e costituisce una reazione al rilassamento della struttura libidica della massa.
Ulteriori problemi e orientamenti di ricerca
289-92
Una moltitudine di uomini non costituisce ancora una massa, e tuttavia bisognerebbe ammettere che in una qualsivoglia moltitudine umana compare con grande facilità la tendenza al formarsi di una massa in senso psicologico. In base alla testimonianza della psicoanalisi, quasi ogni stretto rapporto emotivo sufficientemente durevole tra due persone contiene un fondo di sentimenti di avversione e di ostilità che rimane impercettibile solo in virtù della rimozione. La cosa appare più evidente se consideriamo che ogni socio litiga con il proprio socio, ogni subalterno brontola contro i superiori. Nella palese avversione e ripugnanza provata per l’estraneo con cui siamo a contatto è avvertibile l’espressione di un amore per noi stessi, di narcisismo. Ma tutta questa intolleranza scompare, temporaneamente o in maniera durevole, quando ci troviamo in una formazione collettiva, in una massa. Nelle relazioni sociali accade la stessa cosa che nella psicoanalisi riguardo all’evoluzione della libido individuale: la libido si appoggia al soddisfacimento dei grandi bisogni vitali e, quali primi oggetti, sceglie le persone implicate in questo processo. Se quindi nella massa compaiono limitazioni del narcisistico amore di sé che non si riscontrano al di fuori di essa, ciò costituisce una testimonianza persuasiva del fatto che l’essenza della formazione collettiva consiste in legami libidici di tipo nuovo fra i membri della massa.
L’identificazione
293-98
L’identificazione è nota alla psicoanalisi come la prima manifestazione di un legame emotivo con un’altra persona. Essa svolge una sua funzione nella preistoria del complesso edipico. Esistono tre fonti dell’identificazione. In primo luogo l’identificazione è la forma più primitiva e originaria di legame emotivo con un oggetto; in secondo luogo, può diventare per via regressiva il sostituto di un legame oggettuale libidico mediante introiezione dell’oggetto nell’Io; in terzo luogo, può insorgere in rapporto a qualsiasi aspetto posseduto in comune – e in precedenza non percepito – con una persona che non è oggetto di pulsioni sessuali. Il legame reciproco tra gli individui componenti la massa ha la natura di quest’ultima identificazione dovuta a un’importante comunanza affettiva.
Innamoramento e ipnosi
299-304
L’innamorarsi è l’investimento dell’oggetto da parte delle pulsioni sessuali allo scopo di raggiungere il soddisfacimento sessuale diretto; tale investimento si estingue una volta raggiunta la propria meta. L’oggetto amato sfugge, entro certi limiti, alla critica; tutte le sue qualità vengono apprezzate più di quelle delle persone non amate o più che nel periodo in cui l’oggetto stesso non era amato. La tendenza che falsa il giudizio è la tendenza all’idealizzazione. In ogni caso d’innamoramento sono presenti elementi di deferenza, di limitazione del narcisismo, di autodanneggiamento. Ciò accade soprattutto nei casi di amore infelice, che non può venir appagato, dato che ove invece il soddisfacimento sessuale è raggiunto la sopravvalutazione sessuale subisce ogni volta una riduzione. Contemporaneamente a tale dedizione dell’Io all’oggetto, le funzioni conferite all’ideale dell’Io vengono interamente meno. L’oggetto si è messo al posto dell’ideale dell’Io. Dallo stato di innamoramento all’ipnosi il passo non è lungo: si ha la stessa umile sottomissione, la stessa arrendevolezza, la stessa assenza di senso critico nei confronti dell’ipnotizzatore come nei confronti dell’oggetto amato. La relazione ipnotica è una formazione collettiva a due. Viene infine enunciata la formula della costituzione libidica di una massa: una massa primaria è costituita da un certo numero di individui che hanno messo un unico oggetto al posto del loro ideale dell’Io e che pertanto si sono identificati gli uni con gli altri.
Pulsione gregaria
305-09
Trotter deduce i descritti fenomeni psichici riscontrabili nella massa da un istinto gregario, che negli uomini e nelle altre specie animali risulta innato. Biologicamente, tale gregarietà è un’analogia e al tempo stesso una continuazione della pluricellularità; nel senso della teoria della libido, è un’ulteriore espressione della tendenza, di origine libidica, di tutti gli esseri viventi della stessa specie a riunirsi in unità sempre più ampie. Come pulsioni (o istinti) da lui considerate primarie Trotter annovera la pulsione di autoaffermazione, quella di nutrizione, quella sessuale e quella gregaria. Il senso sociale poggia sul volgersi di un sentimento inizialmente ostile in un attaccamento caratterizzato in senso positivo, la cui natura è quella dell’identificazione. L’esigenza di uguaglianza della massa vale soltanto per i singoli membri, non per il capo. Tutti gli individui devono essere uguali tra loro, ma tutti quanti vogliono essere dominati da uno solo. Freud conclude che l’uomo non è un animale che vive in gregge, è piuttosto un animale che vive in orda, un essere singolo appartenente a un’orda guidata da un capo supremo.
La massa e l’orda primordiale
310-15
Le masse umane presentano il ben noto quadro dell’individuo singolo fortissimo in una schiera di uguali, contenuto anche nella rappresentazione psicoanalitica dell’orda primordiale. La psicologia di questa massa, il dileguarsi della personalità singola cosciente, l’orientarsi di pensieri e sentimenti nelle medesime direzioni, il predominio dell’affettività e dello psichismo inconscio, la tendenza all’attuazione immediata dei propositi che via via affiorano, tutto ciò corrisponde a uno stato di regressione a un’attività psichica primitiva in tutto analoga a quella che tendiamo ad attribuire all’orda primordiale. Il padre primigenio vietava ai figli il soddisfacimento dei desideri sessuali diretti; li costrinse all’astinenza e perciò a quei legami emotivi con lui stesso e tra loro che potevano scaturire dagli impulsi la cui meta sessuale era inibita. Li immise per così dire con la forza nella psicologia collettiva. Colui che gli succedette ebbe del pari la possibilità del soddisfacimento sessuale e poté in tal modo uscire dalle condizioni della psicologia collettiva. La fissazione della libido sulla donna, la possibilità del soddisfacimento senza bisogno di rinvio e di accumuli, ridussero l’importanza dei desideri sessuali inibiti nella meta e fecero sì che il narcisismo raggiungesse costantemente un livello elevato. Il carattere perturbante, costrittivo, della formazione collettiva, il quale è manifesto nei fenomeni di suggestione che la contraddistinguono, può quindi essere ricondotto alla sua derivazione dall’orda primordiale. Il capo della massa è ancor sempre il primigenio, la massa continua a voler essere dominata da una violenza senza confini, è sempre sommamente avida di autorità.Un gradino all’interno dell’io
316-20
Ogni singolo è un elemento costitutivo di molte masse, è – tramite l’identificazione – soggetto a legami multilaterali, e ha edificato il proprio ideale dell’Io in base ai modelli più diversi. Ogni singolo è quindi partecipe di molte anime collettive, e, al di sopra di queste, può sollevarsi fino a un minimo di autonomia e di originalità. In molti individui la separazione fra Io e ideale dell’Io non è molto sviluppata; entrambi coincidono ancora facilmente, e l’Io ha spesso serbato il precedente autocompiacimento narcisistico. Esistono individui il cui stato d’animo generale oscilla periodicamente, passando attraverso una fase intermedia, da un’estrema depressione a una sensazione di grande benessere. La vera causa di tali oscillazioni spontanee dello stato d’animo è quindi sconosciuta. Nel soggetto maniacale l’Io e l’ideale dell’Io sono confluiti insieme, di modo che, in uno stato d’animo di trionfo e di contentezza di sé, non turbato da alcuna autocritica, il soggetto può rallegrarsi della mancanza di inibizioni, riguardi e autorimproveri.
Complimenti
321-30
La distinzione tra identificazione dell’Io con un oggetto e sostituzione dell’ideale dell’Io mediante un oggetto trova un’interessante esemplificazione in due masse artificiali, l’Esercito e la Chiesa cristiana. È evidente che, come ideale, il soldato assume i propri superiori, mentre invece si identifica con i commilitoni. La Chiesa esige l’integrazione dell’atteggiamento libidico imposto dalla formazione collettiva. Il primo e il miglior esempio di pulsioni sessuali inibite nella meta ci è stato fornito dall’evoluzione libidica del bambino. La prima strutturazione dell’amore del bambino, la quale risulta tipicamente associata al complesso edipico, soggiace poi, a partire dall’inizio del periodo di latenza, alla rimozione. Le tendenze sessuali inibite nella meta derivano da quelle direttamente sessuali allorché ostacoli interni o esterni si oppongono al raggiungimento delle mete sessuali. Nella storia evolutiva della famiglia si sono avute relazioni collettive di amore sessuale, ma quanto più importante per l’Io diventava l’amore sessuale, quanto più l’amore sessuale produceva innamoramento, tanto più esso esigeva che il rapporto fosse limitato a due persone. L’innamoramento si fonda sulla presenza simultanea di impulsi sessuali diretti e impulsi inibiti nella meta, mentre l’oggetto attira su di sé una parte della libido narcisistica dell’Io. L’ipnosi condivide con l’innamoramento il fatto che il rapporto è limitato a due persone, ma si fonda interamente su impulsi sessuali inibiti nella meta e mette l’oggetto al posto dell’ideale dell’Io. La massa moltiplica tale processo, aggiungendovi l’identificazione con altri individui; la nevrosi è esclusa da questa serie di fenomeni.