La Psicoanalisi che lavora con la psicosi si sostiene sull’obiettivo della stabilizzazione. Lo psicoanalista punta alla stabilizzazione.
Se per la psichiatria il delirio è una malattia per Freud è un tentativo di guarigione. Lo psicotico si stabilizza con il delirio, dunque non è il delirio il problema. Ciò a fatto scandalizzare gli psichiatra. La nozione di supplenza, la nozione di annodamento, la nozione di sinthomo introducono la questione della stabilizzazione. Il caso con cui avanza questa tesi è il caso di Joice, un caso stabilizzato senza delirio. Joice è un caso di psicosi ordinaria. Aveva qualche idea bizzarra, certo, ma in definitiva riusciva a stare al mondo. Joice aveva una figlia con dei problemi psichiatrici. È stata la ragione per la quale si è spostato a Zurigo ed ha mandato questa ragazza a Jung che gli ha diagnosticato la schizofrenia. Jung dirà a Freud che anche Joice era uno psicotico.
Lo psicotico può tenersi fermo senza trattamento, può mettere la sua stabilizzazione sulle spalle dell’altro, sulle spalle del suo partner, e su quello si tiene, sul partner, sul collo. È tenuto lì.
Joice non era passato dall’analista. La cosa più ancora pericolosa nel trattare la psicosi sono i passaggi all’atto.
Lacan ha una teoria delle stabilizzazioni: è necessario reinterpretare il sinthomo alla luce della posizione freudiana iniziale.
La paranoia è il delirio, è solo questo. È come se fossero sinonimi, da un certo punto in poi. Delirio articolato, sostenuto, sistematizzato. Il delirio è un tentativo di guarigione. È la nozione stessa di follia ragionante. Con il paranoico lo si capisce bene. È comprensibile. Sono deliri intellegibili. Il delirio lo si comprende. Lacan nel Seminario III dice che, quando avete il delirio, subito iniziate a comprenderlo.