Dalla storia della malattia: alcune rappresentazioni ossessive e la loro traduzione (1909, 30-36)
Le rappresentazioni ossessive diventano insensate, proprio come accade nei sogni. Per spiegare le idee ossessive immotivate è necessario metterle in connessione temporale con le esperienze del soggetto, ricercando il momento in cui una specifica idea ossessiva è apparsa per la prima volta e le condizioni esterne in cui solitamente si ripresenta. L’idea dell’impulso suicida, molto frequente nel giovane, è associata all’assenza della sua donna, partita per accudire la nonna molto ammalata, che il giovane desiderava uccidere proprio perché lo privava della sua donna: il suicidio era una modalità con la quale punirsi di questi pensieri. Un’altre ossessione riguardante la donna amata è la coazione a proteggerla. Freud interpreta quest’ultima idea come una reazione di pentimento proprio contro l’impulso contrario, ovvero quello ostile, diretto contro la donna amata. L’ossessione di contare durante il temporale è interpretata da Freud come una misura difensiva contro la paura di un incombente pericolo di vita.
Dalla storia della malattia: il complesso paterno e la soluzione dell’idea dei topi (1909, 6:40 54)
Il conflitto alla base della sua patologia è una battaglia tra la volontà paterna, di cui comunque egli subiva l’influenza. Freud avanza l’ipotesi circa la quale verso i sei anni si fosse masturbato e per questo fu duramente punito dal padre. La punizione interruppe la pratica onanistica, lasciando pur tuttavia un rancore implacabile verso il genitore, che da quel momento fu identificato come colui che ostacola il godimento sessuale. La madre del paziente asserì che in realtà egli fu messo in castigo perché morse qualcuno. La storia della tortura dei topi (un topo che si introduceva nell’ano della signora da ammirata, e del padre) risvegliò in lui tutti gli impulsi egoistici e sessuali, prematuramente repressi. Il supplizio dei topi riattivò l’erotismo anale, che nell’infanzia fu importante e che per anni fu rafforzato dalla presenza di vermi intestinali. In questo modo i topi acquisirono il significato di “denaro”, questa associazione fu riferita dal paziente, che associò alla parola Ratten (topi) la parola Raten (rate). Qui Freud si sofferma sul rapporto esistente fra queste ossessioni e alcune teorie sessuali dei bambini.
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Cfr. S. Freud, Casi clinici e altri scritti 1909-1912, Opere di S. Freud, Vol. 6, Torino, Bollati Boringhieri, 2003