II tronco dell’encefalo è la parte più antica del cervello che include un certo numero di nuclei che modulano l’attività viscerale e vegetativa. Il respiro, il pulsare del cuore, la temperatura corporea, i processi digestivi. La configurazione di questi nuclei è inscritta nel funzionamento del corpo, indipendentemente dalla nostra volontà, è hardwired, cioè pre-cablata dalla natura. Sono circuiti fondamentali per la nostra sopravvivenza che rappresentano un livello di funzionamento del corpo che non ancora coinvolge i processi psichici, è questa, una dimensione prepsichica della nostra vita.
Sopra il tronco encefalico, sopra questi circuiti si trovano altre strutture che modulano la vita mentale oltre che quella viscerale, ovvero regolano lo stato di base della nostra attività cerebrale. Essi rappresentano lo sfondo della nostra attività mentale cosciente, la lavagna sulla quale sono incisi i contenuti sfuggenti della nostra percezione e della nostra attività di pensiero, una lavagna che non è mai del tutto pulita. L’area interna dalla quale emerge la coscienza è la stessa dalla quale monitoriamo la nostra condizione corporea, a partire proprio dai nostri bisogni interni, nell’hic et nunc. Quindi, la tonalità di base, quella tensione di fondo che caratterizza la nostra coscienza consapevole, si traduce in una particolare sensazione, difficile da esprimere con le parole, se non approssimativamente, per esempio con espressione del tipo “Mi sento così e così. Mi sento vivo, esisto”.[i]
Queste strutture hanno la funzione di assemblare i numerosi stimoli che colpiscono i vari organi di senso fino a costruire il mondo esterno, fatto di «oggetti» identificabili, così come li abbiamo conosciuti nel tempo. Un unico atto di coscienza o attimo di consapevolezza è possibile grazie alla combinazione di uno stato, transeunte, sfuggevole, istantaneo della coscienza nucleare con gli oggetti presenti in un certo momento nel mondo esterno.
La struttura essenziale della coscienza consiste proprio nell’associazione tra “come mi sento, in questo momento, in relazione a questo (mondo esterno)”, ovvero nell’associazione tra i nostri bisogni interni e le cose del mondo, alcune delle quali sono necessarie per soddisfare le nostre condizioni di esistenza. I nostri sentimenti, la nostra percezione delle nostre modificazioni interne, la consapevolezza dei nostri bisogni, la fonte della nostra coscienza interna, sono sempre in relazione con gli oggetti verso i quali spingono in nostri bisogni, oggetti che sono la fonte della nostra coscienza dell’ambiente circostante.
La coscienza di base ci “dice” qualcosa che sentiamo rispetto alle cose del mondo: se ho fame, voglio questo e non quest’altro, se ho sete, voglio bere questo e anche quest’altro…
Ricevere, analizzare, immagazzinare le informazioni, programmare, regolare
e verificare le azioni, tutto ciò non implica il coinvolgimento della
coscienza. Tali funzioni vengono eseguite principalmente inconsapevolmente. La
coscienza, come atto consapevole, stabilisce delle preferenze o delle priorità
attribuendo un certo valore alle cose del mondo.
[i] Gli stimoli imprimono sulla coscienza (nucleare) le rappresentazioni che sono registrate in alcune strutture che ricevono, analizzano ed immagazzinano informazioni sull’ambiente esterno (parte posteriore del prosencefalo).