Il giovane uomo dei topi[1] inizia un trattamento con Freud proprio nel momento in cui il padre muore. Nel momento del trapasso il figlio non era presente, e di questo si rimproverava. In seguito, quel rimprovero, diventa un vero e proprio tormento. Grazie al lavoro d’analisi con Freud, il paziente comprende che in realtà aveva desiderato la morte del padre arrivando a dire che, dall’età di sette anni, aveva il terrore che i genitori potessero indovinare i suoi pensieri e questa paura, da allora, gli era rimasta. A dodici anni pensò che grazie alla morte di suo padre forse sarebbe riuscito a diventare sufficientemente ricco da sposare una ragazzina che amava. Non riusciva né a credere di aver avuto quel desiderio contro suo padre e né che la sua malattia si fosse aggravata dopo la sua morte.
L’ossessione centrale dell’uomo dei topi (che dei topi potessero infilarsi nell’ano del padre e di una signora che ammirava molto) diventa ancora più paradossale proprio perché il padre è morto da molti anni. Come è noto, un giorno il paziente ordinò un pince-nez in sostituzione di quello che aveva perso. Gli fu spedito per posta e lo ebbe consegnato direttamente da un capitano che lo informò che le spese erano state saldate dal tenente A., verso il quale pertanto il paziente era ora debitore. In questo passaggio si formò in lui l’idea, in forma di giuramento, secondo la quale se non avesse restituito l’assegno delle spese postali direttamente al tenente A., la fantasia dei topi avrebbe colpito sia il padre che la signora. Per due giorni non riuscì a saldare il suo debito e pertanto a tenere fede al suo giuramento a causa di una serie di difficoltà sempre via via più gravi ed invalidanti. In realtà, il paziente avrebbe dovuto restituire l’assegno alla signorina dell’ufficio postale e quindi anche il capitano si era sbagliato. Il paziente in qualche modo sapeva che si trattava di un errore, ma nonostante ciò, su quell’errore costruì quel giuramento che divenne poi il suo tormento.
[1] S. Freud, Osservazioni su un caso di nevrosi ossessiva (Caso clinico dell’uomo dei topi) (1909), in OSF, Torino, Bollati Boringhieri, 2003, vol. 6, 21-30.