Insieme alle rappresentazioni entrano in gioco altri elementi che rappresentano la pulsione, e che possono incorrere in una rimozione, anche se è una rimozione diversa da quella di una rappresentazione. Freud parla di ‘‘ammontare affettivo’’ per indicare ciò che resta dello scollamento dalla rappresentazione della pulsione.[i]
Stati somatici. Tonalità sensoriali.
Il destino dell’ammontare affettivo, cioè del fattore quantitativo della rappresentanza pulsionale può essere “totalmente repressa”, così da perderne ogni traccia, oppure si può trasformare in una determinata tonalità affettiva, «un affetto con una coloritura qualsivoglia»[ii], oppure può trasformarsi in angoscia.
Quindi l’energia psichica delle pulsioni può trasformarsi in un determinato affetto oppure in angoscia.
Freud ricorda che l’obiettivo principe della rimozione è quello di evitare
il dispiacere. In tal senso egli sottolinea che il destino dell’ammontare
affettivo della rappresentanza pulsionale è più importante del destino della
rappresentazione stessa. Se una rappresentazione non è riuscita ad evitare il
dispiacere o addirittura l’angoscia, essa si impone al nostro interesse più
delle altre.
[i] «Per designare questo altro elemento della rappresentanza psichica si è imposto il termine di ammontare affettivo; esso corrisponde alla pulsione nella misura in cui questa ultima si è staccata dalla rappresentazione e trova un modo di esprimersi proporzionato al suo valore quantitativo in processi che vengono avvertiti sensitivamente come affetti». Freud S., Metapsicologia (Rimozione), OSF, vol. 8, pp. 42-43.
[ii] Ibidem.