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Nel Seminario I Lacan si sofferma sull’analisi della differenza fondamentale che c’è tra parola ed imago. Allo stesso tempo egli inizia a concepire il simbolico come segnato dall’azione del significante, e non più agganciato all’immagine. Il simbolo non è più un’immagine, alla junghiana maniera per intenderci. La scoperta della dimensione simbolica si differenzierà man mano da quella immaginaria: dal concetto di “imago” Lacan estrae quello di “parola” e quasi contemporaneamente ridurrà quest’ultimo al concetto di significante. Questo percorso di elaborazione si compirà con “L’istanza della lettera“, che inaugura quel processo di intrecciamento della psicoanalisi con la linguistica, la logica e la topologia.
“L’Istanza della lettera dell’inconscio o la ragione dopo Freud” si colloca nello stesso periodo del Seminario IV. È un testo scritto per una conferenza tenuta alla Sorbona il 9 maggio 1957. In esso emerge chiaramente la posizione strutturalista che Lacan farà propria in quegli anni. Egli si rifà alla saussuriana distinzione tra langue e parole. L’atto di parola, un atto individuale, è strutturalmente legato ad un sistema sincronico di valori pre-esistente dotato di regole proprie e impersonali. L’atto di parola è reso possibile dalla presenza del codice universale della lingua. È da questa ipotesi di fondo che Lacan arriva a considera il linguaggio trascendente rispetto “alle funzioni somatiche e psichiche che sono al servizio del soggetto” [1]. Il soggetto è “servo del linguaggio”, imprigionato in un discorso dove “il suo posto è già scritto alla sua nascita, non foss’altro che nella forma del nome proprio”[2].
Lacan si attende dalla linguistica “[…] uno studio esatto dei legami propri del significante e dell’ampiezza della loro funzione nella genesi del significato”[3]. Dalla linguistica egli aveva appreso la distinzione fondamentale tra significante e significato. Due ordini separati da una barra ma entrambi fondativi per il funzionamento psichico. “La tematica di questa scienza è sospesa alla posizione primordiale del significante e del significato come ordini distinti e inizialmente separati da una barriera resistente alla significazione”[4]. In questo scritto Lacan sembra fare un passo in avanti, da questa duplice primordialità, significante/significato, si orienta verso a uno studio esatto della causalità significante, e cioè della modalità attraverso la quale il legame significante/significante produce effetti di significazione e cioè “dell’ampiezza della loro funzione nella genesi del significato”[5].
[1] Jacques Lacan, L’Istanza della lettera dell’inconscio o la ragione dopo Freud, in Scritti, Einaudi, Torino, 1974, pag 490.
[2] Ibid.
[3] Jacques Lacan, L’istanza della lettera, op. cit., p. 492.
[4] Ibidem
[5] Ibidem