Fonte: S. Freud, L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Opere di Sigmund Freud, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, (rist. 2006) – Vol. 9: 491-520, 1922
[513] Nella nevrosi ossessiva ( o meglio, in alcune forme di questa nevrosi) il senso di colpa è fortissimo, ma non riesce a giustificarsi a cospetto dell’Io. L’Io del malato tenta perciò di difendersi dall’imputazione di essere colpevole, ed esige che il medico lo rafforzi nel suo rifiuto di questi sensi di colpa. Sarebbe sciocco assecondarlo, giacché non se ne caverebbe alcun risultato. l’analisi mostra in seguito come il Super-io sia influenzato da processi che sono rimasti ignoti all’Io. Ed effettivamente risultano rintracciabili gli impulsi rimossi che costituiscono il fondamento del senso di colpa. Il Super-io ha avuto in questo caso maggiori informazioni che non l’Io circa l’Es inconscio. Nella melanconia l’impressione che il Super-io si sia accaparrato la coscienza è ancora forte. Ma qui l’Io non osa sollevare obiezione alcuna, si riconosce colpevole e si sottopone alla punizione. Comprendiamo tale differenza. Nel caso della nevrosi ossessiva si trattava di impulsi intollerabili che erano rimasti fuori dell’Io; nella melanconia, invece, l’oggetto su cui si appunta lo sdegno del Super-Io è stato, grazie a un’identificazione, assunto nello stesso Io.
Perché in queste due affezioni nevrotiche il senso di colpa raggiunga una intensità così straordinaria non è certo di per sé evidente; tuttavia il problema principale di questa situazione va cercato altrove. […]. Ciò accade essenzialmente nell’isteria e negli stati di tipo isterico. Il meccanismo del rimanere inconscio è qui facilmente individuabile. l’Io isterico si difende dalla percezione penosa che su di lui incombe da parte della critica del suo Super-io al modo stesso con cui usa abitualmente difendersi da un investimento oggettuale insopportabile, e cioè mediante un atto di rimozione. Dipende dunque dall’Io se il senso di colpa rimane inconscio. Sappiamo che in genere l’Io mette in opera le rimozioni al servizio e in nome del proprio Super-io; tuttavia questo è un caso in cui l’Io si avvale di questa stessa arma contro il proprio severo padrone. Nella nevrosi ossessiva prevalgono, come è noto, in fenomeni della formazione reattiva; qui invece [nell’isteria] l’Io non riesce a fare nulla di più che tener lontano il materiale cui si riferisce il senso di colpa. Si può andar oltre e azzardare l’ipotesi che una grande parte del senso di colpa debba normalmente restare inconscia, dal momento che la formazione della coscienza morale è collegata intimamente al complesso edipico il quale appartiene all’inconscio.