L’inconscio è il corpo, la pulsione si ripete, acefala (6/17)

Il corpo è l’organismo con l’aggiunta di una immagine. Il corpo è l’effetto del linguaggio sull’organismo, è un modo di soggettivizzare l’organismo. Le parole introducono una separazione ed hanno come effetto una perdita. L’essere parlante ha un corpo ma non è un corpo.

L’esperienza della perdita ci conduce verso la chiarificazione della condizione umana: non tutto si riduce al corpo, ma non tutto si riduce all’essere che parla.

L’ipotesi più forte di tutte è che l’inconscio sia il corpo, corrisponda ad esso.

L’inconscio è il corpo.

«Il reale è il mistero del corpo parlante, è il mistero dell’inconscio»[i], dice Lacan nel seminario XX.

Il corpo per Lacan è un luogo, è il luogo di godimento. Il godimento è qualcosa che è allo stesso tempo qualcosa di vitale ma anche di mortifero, quando è troppo, quando eccede certi limiti, produce sintomi.

Le pulsioni esprimono la loro spinta costante attraverso i “buchi del corpo”, attraverso le zone corporee che presentano un’apertura, un luogo che è interno-esterno, dove l’interno si intreccia con l’esterno e viceversa. In questo senso è uno spazio unitario.

Queste parti del corpo sono inconsce. Questi buchi si protendono verso l’esterno investendo il mondo degli oggetti di questa energia esplosiva: la libido.

La pulsione secondo Freud investe gli oggetti del mondo esterno, gira loro intorno e torna indietro, nell’area della fonte organica, cioè nel luogo in cui inizialmente si era sprigionata.

Il ritorno è un ritorno a mani vuote.

Questa spinta è costante, quindi tutte le volte fa il giro intorno agli oggetti, intorno all’infinità degli oggetti, oggetti immaginari che sostituiscono l’oggetto ormai perduto, oggetto che causa il desiderio.

La pulsione si ripete, acefala.

In questo senso il corpo è psiche.

Oppure potremmo dire, la psiche è corpo.

L’inconscio in un certo qual modo rappresenta la mappatura di questi raggrumi di godimento inscritti nei sintomi somatici, sintomi che rappresentano dei veri e propri eccessi di godimento, delle eccedenze somatiche coagulate, ingorghi libidici.

L’inconscio in tal senso è un inconscio pulsionale, dove il corpo è in gioco in quanto luogo di stati somatici.


[i]  Lacan, J., Il seminario. Libro XX. Ancora. 1972-1973, Torino, Einaudi, 2001, p. 131.