Le tracce associate agli stati somatici di dispiacere o piacere incidono dunque sulle nostre decisioni coscienti, inibendo o promovendo una certa azione.
L’attivazione dello scenario fantasmatico è possibile perché gli stimoli provenienti dal mondo esterno vengono registrati in tracce a livello dell’amigdala[i] e gli stimoli sensoriali sono in grado di attivare l’amigdala direttamente bypassando le aree corticali sensoriali primarie.[ii]
Uno stimolo visivo colpisce le cellule recettrici della retina che proietta fino al talamo, che è il nucleo principale di tutte le afferenze sensoriali, dal talamo altri neuroni proiettano verso la corteccia visiva primaria. Contemporaneamente vengono inviate, sempre dal talamo, proiezioni verso l’amigdala, che è connessa al sistema neurovegetativo e a quello endocrino che controllano le risposte somatiche.[iii] La via sensoriale che elabora l’informazione nel dettaglio, consciamente, porta fino alla corteccia cerebrale. Il canale che va direttamente dal talamo all’amigdala, senza passare per la corteccia cerebrale, colpendo il sistema neurovegetativo e neuroendocrino, associa gli stimoli provenienti dal mondo esterno agli stati somatici in un modo che possiamo definire inconscio. L’amigdala è fondamentale nel collegamento tra percezione sensoriale e risposte somatiche.[iv]
Nell’amigdala è possibile che si formino delle facilitazioni sinaptiche, in grado di rimettere in moto le tracce inconsce e gli stati somatici ad esse collegati.
In questo modo, uno stimolo esterno può attivare uno scenario fantasmatico e lo stato somatico associato ed è così che esplode la pulsione che “deve” scaricarsi attraverso un’azione o un oggetto, per diluire lo stato somatico spiacevole attivato dalla fantasia inconscia.
Lo stimolo che ha attivato la fantasia generalmente è qualcosa di apparentemente insignificante, neutro. Si pensi allo stato di craving (che comporta la comparsa di sintomi somatici fondamentalmente di natura neurovegetativa: incremento del ritmo cardiaco, sudorazione, crampi intestinali) di fronte ad oggetti apparentemente insignificanti ma che invece hanno il potere discatenare stati somatici. Gli scenari fantasmatici e gli stati somatici ad essi associati scombussolano le nostre decisioni e le nostre azioni, (che sarebbero determinate nell’area prefrontale attraverso la memoria di lavoro e le funzioni esecutive).
L’amigdala fa da ponte tra gli stimoli sensoriali e il sistema neurovegetativo e/o quello endocrino, stimoli che governano l’omeostasi che a sua volta ricopre un ruolo importante nella formazione di tali scenari inconsci.
La partita è giocata a tre livelli: quello della percezione del mondo esterno, quello delle tracce mnestiche consce e quello degli scenari fantasmatici inconsci.
La convivenza bilanciata di questi tre livelli si sintetizza in un determinato stato fisiologico.
In certe condizioni, lo scenario fantasmatico inconscio si impone al soggetto che si trova “gettato via”, allontanato con la forza e sempre di più dalla realtà esterna e dalla possibilità di attivare le tracce consce, il livello cognitivo della nostra vita psichica.
L’inconscio in questo senso può diventare il perturbante che “colora” la percezione del mondo esterno e dunque la sua interpretazione.
Cioè la realtà interna inconscia può determinare il nostro giudizio e le nostre azioni in modo sostanzialmente unico ed irripetibile.
Se non esistesse l’inconscio, probabilmente tutti noi saremmo più o meno simili nel comportamento, nel giudizio e nella percezione del mondo esterno. Dico più o meno perché ovviamente i vissuti e i ricordi sono di per sé unici e irripetibili, propri della nostra esperienza singolare.
Gli scenari fantasmatici inconsci si formano grazie al collegamento tra le tracce primarie che produce nuove tracce che restano inconsce.
L’associazione con le esperienze originarie si perde a seguito del continuo processo di registrazione, trascrizione e associazione.
Non c’è una correlazione diretta tra il significato della realtà esterna e quello della realtà fantasmatica interna. In questo senso l’inconscio non è riconducibile a nessuna forma di memoria, né quella esplicita, né quella implicita, né quella procedurale.
Le tracce della realtà interna inconscia sono diverse da quelle provenienti dalla memoria.
Parliamo di tracce mnestiche “nuove”, proprie dell’inconscio.L’inconscio
è diverso dalla memoria, è un insieme di tracce mnestiche ristrutturate,
distanti dalla realtà esterna che le ha partorite.
[i] McGaugh J. L., The Amygdala Modulates the Consolidation of Memories of Emotionally Arousing Experiences, Ann. Rev. Neurosci., 2004, vol. 27, pp.1-28.
[ii] LeDoux J., Il cervello emotivo: alle radici delle emozioni, Baldini & Castoldi, Milano 1999
[iii] Ibidem e LeDoux J., Emotional Brain Fear, and Amygdala, Cell. Mol. Neurobiol., 2003, vol. 23, pp. 727-38.
[iv] La Bar K.S. et al., Human Amygdala Activation during Conditioned Fear Acquisition and Exitinention> a Mixed/Trial fMRI Study, Neuron, 1998, vol 20, pp. 937/45.