Tutt’altro pensa Damasio, per il quale la coscienza è l’effetto dei segni corporali non significanti, non verbali, è l’effetto dei segni dei nostri stati corporei.[i]
La coscienza per Damasio si articola in tre livelli: proto-coscienza (proto-sé), coscienza nucleare (sé nucleare) e coscienza autobiografica (sé autobiografico).
La proto-coscienza è un insieme coerente di configurazioni neurali che creano, istante dopo istante le mappe dello stato della struttura fisica dell’organismo nelle sue numerose dimensioni.[ii] È un insieme costantemente aggiornato di configurazioni neurali, che regola le funzioni di base per la nostra conservazione in vita. Quando un oggetto cambia le mappe neurali della proto-coscienza, inizia una prima forma di attività cosciente.
La coscienza nucleare invece entrerebbe in gioco quando le strutture neurali «rappresentano», in modo non verbale, ovvero per immagini, qualcosa del mondo esterno, qualcosa dei cambiamenti del nostro organismo, ovvero quei cambiamenti causati dalla percezione dell’oggetto, percezione che rende più vivida l’immagine dell’oggetto, oggetto che viene contestualizzato in uno spazio e in un tempo.
L’oggetto può essere percepito (esterno), richiamato alla memoria (interno). La coscienza nucleare quindi entra in un continuum esperienziale sia grazie al continuo flusso di percezioni degli oggetti intorno a noi sia quando gli oggetti sono evocati ovvero richiamati dalla memoria. Il flusso di percezioni in cui siamo immersi modifica la nostra proto-coscienza, gli oggetti modificano il suo stato e il flusso di coscienza è modulato da molti oggetti contemporaneamente.[iii]
La proto-coscienza non è uno stato consapevole della coscienza. È la coscienza nucleare ad essere il primo livello consapevole di coscienza, esso corrisponde al «saper sentire l’emozione».
La coscienza nucleare è una configurazione cerebrale che viene modificata dagli effetti prodotti da un oggetto che altera la percezione degli stati corporei, essa non coinvolge il linguaggio ed essendo noi sempre immersi in una condizione di presenza di oggetti, che innescano l’esperienza cosciente, ecco come emergerebbe la nostra percezione continua del tempo, percezione che fa protrarre la coscienza nel tempo.
La coscienza nucleare necessita come precondizione, la proto-coscienza. La coscienza nucleare crea il «senso» in un certo momento ed in un certo luogo. È un fenomeno svincolato dalla memoria, dal linguaggio, dalla ragione o dalle nostre azioni. In altre parole, la coscienza nucleare è l’effetto dell’incontro dell’organismo con un oggetto. Esso corrisponde ai cambiamenti che l’organismo ha nell’incontro con l’oggetto. Diversamente dalla proto-coscienza, la coscienza nucleare può rappresentarsi qualunque oggetto. La proto-coscienza, cioè la «rappresentazione (cerebrale) dell’organismo», è un prototipo della coscienza nucleare, è la sua versione biologica, è la versione biologica del senso di sé.
Per Damasio, i sentimenti si formano grazie alla coscienza nucleare, ovvero grazie alla capacità di sentire le emozioni.
Nella coscienza nucleare l’organismo è proiettato a livello cerebrale come unità all’interno di strutture che ricevono segnali continuamente dagli stati interni del corpo. È coscienza d’oggetto “istantanea” (del qui ed ora), aconcettuale o non-riflessiva. Ad essa è associato un senso preriflessivo di soggettività derivante dalla rappresentazione corporea. Garantisce un senso di sé in un dato momento, nel presente. È una mappatura di primo livello. La proiezione dell’oggetto si configura in una mappa cerebrale che coinvolge le aree sensitive e motorie sollecitate dall’incontro che l’organismo ha con l’oggetto. È la sensazione del presente, di ciò che accade nell’istante e consiste nella produzione «immagini» mentali alla base della nostra esperienza grezza: un tavolo di legno, una superficie colorata, un rumore, una sensazione corporea di benessere. Le immagini sarebbero schemi neuronali rappresentati come un tutto dall’organismo. La coscienza nucleare caratterizza non solo gli esseri umani ma anche da molti animali non umani.
Organismo e oggetto, in quanto configurazioni neurali sono proiettati nelle mappe di primo livello.
Tali configurazioni neurali possono trasformarsi in immagini. Le mappe senso-motorie relative all’oggetto producono modificazioni nelle mappe relative all’organismo.
Le mappe senso-motorie correlate all’oggetto modificano le mappe correlate al nostro organismo (che si modifica in seguito all’interazione con l’oggetto). Modificazioni queste che possono essere rappresentate a loro volta nelle mappe di secondo livello che sintetizzano l’interazione organismo-oggetto. Le configurazioni neurali che incontriamo nelle mappe di secondo livello sono temporanee e possono convertirsi in immagini, come già accadeva alle configurazioni delle mappe di primo livello. Quindi, la coscienza sarebbe l’effetto di questo processo di costruzione di immagini mentali generato dalla relazione organismo-oggetto. Le mappe dell’organismo, quelle di primo livello e quelle di secondo sono legate al corpo. La relazione tra organismo e oggetto è descritta dalle immagini mentali che corrispondono ai sentimenti. La sensazione che emerge dalla rappresentazione (secondaria) della proto-coscienza (non cosciente) nel momento in cui viene modificata nel suo interagire con l’oggetto, in questo modo diventa la base della coscienza nucleare.
Le descrizioni, le narrazioni che noi facciamo circa le interazioni con l’oggetto sono la base sulla quale si forma invece la coscienza autobiografica, coscienza che rappresenta la «sensazione che abbiamo di conoscere», sensazione che ci consente di sapere che esistiamo in quanto soggetti, nell’atto di conoscere, in quanto soggetti di una storia narrata.
La coscienza autobiografica è chiamata anche «coscienza estesa» e rappresenta la capacità di tenere le fila della nostra storia, di riuscire ad avere una percezione coerente delle nostre vicende personali. Essa si alimenta di ricordi provenienti dalla memoria autobiografica concernenti esperienze passate e previsioni per il futuro, si fonda su quelle registrazioni delle esperienze della coscienza nucleare che si attivano e si trasformano in immagini.
C’è da sottolineare che i danni a livello della coscienza nucleare compromettono radicalmente tutto il funzionamento della coscienza autobiografica, mentre la compromissione i quest’ultima non intacca il funzionamento di quella nucleare.
La coscienza autobiografica è un’estensione, un ampliamento di quella
nucleare dalla quale continua a dipendere; grazie a questa estensione la
coscienza nucleare adesso è proiettata nel passato e nel futuro, grazie alla
narrazione autobiografica.
La coscienza autobiografica è l’effetto della
conservazione di ricordi di numerosi esempi di una classe di oggetti propri
della nostra biografia. Ogni ricordo autobiografico diventa un oggetto per il
cervello che attiva la coscienza nucleare. Essa mantiene attiva le numerose
immagini raccolte, per molto tempo ed in modo simultaneo e ciò struttura quello
che Damasio chiama sé autobiografico.
[i] Damasio A.R. Emozione e Coscienza, Adelphi, Milano 1999.
[ii] Ibidem.
[iii] Ibidem.