Brani antologici: Jacques Lacan, Il Seminario. Libro V. Le formazioni dell’inconscio, Einaudi, Torino, 2004, pagg.180-199.
[182] Di che cosa si tratta nella metafora paterna? È esattamente in ciò che è stato costituito da una simbolizzazione primordiale tra il bambino e la madre, la sostituzione del padre in quanto simbolo, o significante, al posto della madre.
[…] Per noi il padre è, è reale. Ma non dimentichiamo che per noi è reale solo nella misura in cui le istituzioni gli conferiscono, non direi nemmeno il suo ruolo e la sua funzione di padre – non si tratta di una questione sociologica – bensì il suo nome di padre.
[183] La posizione del padre come simbolico non dipende dal fatto che più o meno si riconosca la necessità di una certa consecuzione in eventi tanto differenti come un coito e un parto. La posizione del Nome-del-Padre come tale, la qualifica del padre come procreatore, è un affare che si situa a livello simbolico. Essa può essere realizzata secondo le diverse forme culturali, ma in quanto tale non dipende dalla forma culturale, è una necessità della catena significante. Per il solo fatto di istituire un ordine simbolico, qualcosa risponde oppure non alla funzione definita dal Nome-del-Padre, e all’interno di questa funzione definita, metterete delle significazioni che potranno essere differenti a seconda dei casi, ma che, in nessun caso, dipenderanno da una necessità diversa da quella della funzione del padre, a cui corrisponde il Nome-del-Padre nella catena significante.
[…] fin da questa prima simbolizzazione in cui si afferma il desiderio del bambino, si abbozzano tutte le complicazioni ulteriori della simbolizzazione, in quanto il suo desiderio è desiderio del desiderio della madre. Di conseguenza si schiude una dimensione in cui si iscrive virtualmente ciò che la madre desidera oggettivamente in quanto essere che vive nel mondo del simbolo, in un mondo in cui il simbolo è presente, in un mondo che parla. Anche se ella vi vive solo parzialmente, anche se, come capita, è un essere poco adatto al mondo del simbolico o ne ha rifiutato alcuni elementi, questa simbolizzazione primordiale apre in ogni caso al bambino la dimensione di ciò che la madre può desiderare di altro, come si dice, sul piano immaginario.