Come abbiamo visto nel post precedente, nel complesso edipico, alla prima ingiunzione, “come il padre devi essere”, ne segue un’altra opposta come il padre non puoi essere. Questo impossibile, questo “no” è una formazione reattiva.
Da un lato si ritrova un’identificazione primaria al padre, da un altro una formazione reattiva a questa identificazione. L’ideale dell’io è l’erede dell’identificazione primaria con l’aggiunta del suo “no”, la sua formazione reattiva. L’ideale dell’io è l’insieme di questi due passaggi. È un’istanza enormemente potente.
Il Super-io è molto importante perché mantiene tutta la forza degli investimenti libidici edipici, tutti i sentimenti ambivalenti che caratterizzano la relazione con i genitori. Il Super-io/Ideale dell’io, riceve le sue energie da questa libido alla quale si aggiunge la loro formazione reattiva. Tanto più quegli investimenti saranno potenti tanto più dovranno essere potenti le formazioni reattive. Queste due forze andranno a costituire l’Ideale dell’io, che all’interno dell’io, si opporrà all’io stesso. Questa istanza sarà tanto più potente tanto più il “no” sarà riuscito a pacificare il conflitto.
In L’Io e l’Es, il Super-io è la prima identificazione che si è compiuta quando l’io era ancora debole. In secondo luogo, il Super-io è l’erede del complesso edipico.
Qual è la molla che fa sì che scatti il superamento del complesso edipico? Quale è la molla che fa sì che il “come il padre non puoi essere” sia soggettivato, accettato?
Nel tramonto del complesso edipico, è l’accettazione della possibilità della castrazione, che fa sì che il bambino accetti di rinunciare all’oggetto pulsionale della madre. L’accettazione della possibilità dell’evirazione.
La perversione, invece, considera le donne come “non castrate”. Il feticcio si colloca proprio nel posto di quella mancanza, nel posto del “non è possibile”: c’è l’irrisione della castrazione, della morte, della possibilità della fine. Non viene accettata la possibilità della castrazione, esiste veramente una differenza sessuale, chi ce l’ha e chi no, differenza molto importante nei bambini. L’accettazione della possibilità della castrazione, invece, consente di accettare il fatto che quell’oggetto è proibito.
Nel tramonto del complesso edipico, se il percorso edipico è portato a fondo, fino in fondo, esso va in pezzi, nel senso che il soggetto se ne va con il suo ideale dell’io, cioè, assume su di sé la castrazione, ma di questa castrazione potrà farsene qualcosa di nuovo rispetto al “tu devi essere come tuo padre”.
La normalità si ha con l’attraversamento del complesso edipico. È ciò a cui l’analisi induce. Appendere il proprio vuoto a qualcosa che lo regge: non è una identificazione immaginaria, ma è un’identificazione simbolica.