Con il termine «traccia mnestica» Freud indica la modalità con cui gli eventi sono trascritti nella memoria. Le tracce sono depositate in diversi sistemi e vengono riattivate solo se sono state in qualche modo investite affettivamente, cioè, se ad esse sono collegate delle reazioni somatiche.
Un’esperienza viene trascritta in diversi «sistemi mnestici», archivi complessi nei quali i ricordi sono organizzati con diverse modalità di classificazione: grado di accessibilità alla coscienza, ordine cronologico, legame in catene associative.
La rievocazione dei ricordi dipende dal modo in cui essi sono stati investiti, disinvestiti o controinvestiti: «… all’interno delle funzioni psichiche va distinto un qualcosa — ammontare affettivo, somma di eccitamento — […] suscettibile di aumento, diminuzione, spostamento e scarica, e che si propaga sulle tracce mnestiche delle rappresentazioni quasi una carica elettrica sulle superfici dei corpi»[i].
La traccia mnestica è trascritta in relazione con le altre tracce, nei sistemi.
Un ricordo può riemergere all’interno di una certa catena associativa ma può restare inaccessibile in un’altra sequenza di associazioni.
Inoltre il ricordo, la traccia mnestica, non ha più niente della percezione avuta nell’esperienza: «Se […] i ricordi ridiventano coscienti, non mostrano alcuna qualità sensoriale, oppure assai esigua, rispetto alle percezioni»[ii].
La trascrizione del ricordo non avviene a partire dalla somiglianza fra la
traccia e l’oggetto.
Il ricordo è un certo, unico, particolare «schema di
facilitazioni», nel senso che una data via (neurale) è preferita (abitualmente)
rispetto ad una tal altra.
[i] Freud S., Le neuropsicosi da difesa, OSF, vol. 2, p. 133-4.
[ii] Freud S., Psicologia dei processi onirici, OSF, Vol. 3, p. 493.