La questione della domanda sul desiderio dell’altro è una domanda che già indica una posizione strutturale, un soggetto suddiviso, che cerca un arrangiamento tra la sua pulsione e l’oggetto piccola a.
Miller dice: è vero che la struttura è quella che è. La struttura è fatta di buchi, coma una rete, c’è spazio per l’azione del soggetto. In qualsiasi struttura anche la più grave può esserci spazio di manovra. Anche la riabilitazione può essere uno strumento attraverso il quale muoversi nei buchi della struttura per fare spazio al soggetto. Esiste una struttura ma esistono anche dei buchi e la terapia può essere un percorso tra questi buchi.
Nei colloqui preliminari è importante capire se il discorso si colloca intorno ad un oggetto particolare. La perdita del partner per esempio può seguire una sostituzione di oggetto, una sublimazione. Dice Freud il mondo è pieno di oggetti ma perché allora è così difficile passare da un oggetto ad un altro?
La questione del godimento è espressa molto chiaramente dalla formula dell’alienazione/separazione e da quella del fantasma.
Anche per Freud erano importante le coordinate simboliche. Lacan le ha chiamate mito, le coordinate in cui si muove il soggetto.
Nell’uomo dei topi c’è la quesitone paterna che si incarna nella figura del capitano.
In Schreber non c’è un oggetto intorno al quale circoscrivere questo godimento che è diffuso, indeterminato, tant’è che tenterà il suicidio. Schreber è sempre sull’orlo del suicidio per il suo godimento debordante.
Il godimento non può essere toccato direttamente ma può essere elaborato. Schreber deve trovare dei contenimenti. Sarà internato, e un po’ di pace la troverà attraverso degli innocenti travestimenti (così li chiamava lui). Il godimento scivola di qua e di là senza meta. Schreber non trova un modo affidabile per contenerlo. La supplenza è sempre aleatoria. Questo è importante sempre tenerlo presente nel lavoro con le psicosi che altrimenti diventa uno sforzo inutile.
Tocca al soggetto averci a che fare con il proprio godimento. Il terapeuta deve mantenere la sua posizione. Con tatto.