Nel Seminario VII. L’Etica della psicoanalisi. Lacan articola alcune considerazioni sull’articolo di Klein intitolato Situazioni di angoscia infantile espresse in un’opera musicale e nel racconto di un impeto creativo. Improvvisamente, un bel giorno, la donna decide di scarabocchiare un po’ su quel vuoto lì sulla parete. Va bene, la donna vecchia, segnata, è la donna in quanto danneggiata dagli attacchi sadici del bambino. Questo desiderio distruttivo si sostituisce a quello riparativo. Lacan si chiede come fa lei a diventare una grande pittrice. Non si capisce. Questo racconto manca di credibilità (Cap. 9).
In Lacan e in Klein, il posto centrale è il vuoto ma in entrambi ha una funzione diversa. Per Lacan è generato dal significante, per la Klein è insito nel sadismo del bambino. La Klein traduce immaginariamente qualcosa della struttura. È un immaginario che immaginarizza il simbolico. È un fondamento di struttura. Mentre per Lacan è la Cosa (Cap. 7) il fondamento. Per lui sorge la Cosa dalla quale siamo irrimedibilmente separati. Appena la Cosa emerge come perduta è creata. Proprio perché la cosa è perduta arrivano gli oggetti nel mondo. Gli oggetti arrivano a causa del “parlessere”. Il linguaggio vi scava un vuoto che fa spazio a un mondo di oggetti. Per Lacan non c’è differenza tra gli oggetti e la Cosa. Per lui sono la stessa cosa, tuttavia, gli oggetti ci sono, in quanto la Cosa non c’è.