Fonte: Th. S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 1978, pagg. 25-26
Ogni rivoluzione scientifica ha reso necessario l’abbandono da parte della comunità di una teoria scientifica un tempo onorata, in favore di un’altra incompatibile con essa; ha prodotto, di conseguenza, un cambiamento dei problemi da proporre all’indagine scientifica e dei criteri secondo i quali la professione stabiliva che cosa si sarebbe dovuto considerare come un problema ammissibile o come una soluzione legittima di esso. Ogni rivoluzione scientifica ha trasformato la immaginazione scientifica in un modo che dovremo descrivere in ultima istanza come una trasformazione del mondo entro il quale veniva fatto il lavoro scientifico. Simili cambiamenti, assieme alle controversie che quasi sempre li accompagnano, sono le caratteristiche che definiscono le rivoluzioni scientifiche.
Queste caratteristiche emergono con particolare chiarezza dallo studio, per esempio, della rivoluzione newtoniana o della rivoluzione chimica. È però una tesi fondamentale di questo saggio che tali caratteristiche possono venire rintracciate anche nello studio di molti altri episodi che non furono rivoluzionari in maniera cosí evidente. […] La invenzione di nuove teorie suscita regolarmente, ed appropriatamente, la medesima reazione da parte di alcuni degli specialisti sulla cui sfera di competenza esse hanno ripercussioni. Per costoro, la nuova teoria implica un mutamento delle regole che governano la precedente prassi della scienza normale e perciò, inevitabilmente, si ripercuote su gran parte del lavoro scientifico che essi hanno già compiuto con successo. Questa è la ragione per la quale una nuova teoria, per quanto specifica sia la sua sfera di applicazione, è raramente, o non è mai, soltanto un’aggiunta a ciò che è già noto. La sua assimilazione richiede la ricostruzione della teoria precedente e una nuova valutazione dei fatti precedentemente osservati, processo intrinsicamente rivoluzionario che raramente è condotto a termine da un unico uomo e che non può realizzarsi da un giorno all’altro.