Lezione 29: Revisione della teoria del sogno
123-44
Ciò che è stato denominato “sogno” gli psicoanalisti lo chiamano “testo onirico” o “sogno manifesto”; chiamano “pensieri onirici latenti” ciò che cercano, ciò che, per così dire, presumono ci sia dietro al sogno. Si deve trasformare il sogno manifesto nel sogno latente e indicare come, nella vita psichica del sognatore, quest’ultimo sia diventato il primo. Il paziente fa associazioni sulle singole parti del contenuto onirico. Non vi è dubbio che, quanto più lunga e tortuosa è la catena di associazioni, tanto più forte è la resistenza. Il sogno è una formazione di compromesso; esso ha una doppia funzione: da una parte è in sintonia con l’Io, per il fatto che, eliminando gli stimoli che turbano il sonno, serve al desiderio di dormire; d’altra parte, permette a una spinta pulsionale rimossa il soddisfacimento possibile in queste condizioni, sotto forma di un appagamento allucinatorio di desiderio. L’intero processo della formazione del sogno, permesso all’Io dormiente, sottostà però alla condizione della censura, che viene esercitata da quel tanto di rimozione che si è conservata. La condensazione e lo spostamento sono i processi che i pensieri onirici sono costretti a subire per l’influsso della censura. I sogni si suddividono in sogni di desiderio, d’angoscia e di punizione. I sogni di punizione sono appagamenti di desideri, desideri non dei moti pulsionali ma dell’istanza critica, censoria e punitiva della vita psichica.
Lezione 30: Sogno e occultismo
145-69
Il sogno è stato spesso considerato la porta che conduce al mondo del misticismo e presso molti passa ancora per un fenomeno occulto. La psicoanalisi può gettare un po’ di luce sugli eventi che vengono descritti come occulti. Freud dal gran numero di profezie raccolte ha ricevuto l’impressione che gli indovini non avessero fatto altro che tradurre in parole i pensieri e, più particolarmente, i desideri segreti delle persone che li interpellavano. Conclude che nulla vieta di analizzare tali profezie come se fossero produzioni soggettive, fantasie o sogni della persona in questione. Se esiste la telepatia come processo reale, si può supporre, benché sia difficile dimostrarlo, che si tratti di un fenomeno assai frequente. Vien fatto di ricordare a questo proposito la rappresentazione angosciosa, frequente nei bambini, che i genitori conoscano tutti i loro pensieri, senza bisogno che essi vengano espressi; e questo è il perfetto corrispettivo e forse la fonte della fede degli adulti in un Dio onnisciente.
Lezione 31: La scomposizione della personalità psichica
170-90
Il sintomo deriva dal rimosso, ne è, per così dire, il rappresentante al cospetto dell’Io. L’Io può prendere come oggetto sé stesso, trattarsi come altri oggetti, osservarsi, criticarsi. L’Io è scindibile. Il Super-io, che assume il potere, la funzione e persino i metodi dell’istanza parentale, non è però soltanto il successore legale di questa istanza, ma ne è il legittimo erede naturale. Fondamento di tale processo è la cosiddetta “identificazione”. Il Super-io appare come l’erede del complesso edipico. Il Super-io, l’Io e l’Es sono le province, che stanno tra loro in un rapporto complesso, in cui gli psicoanalisti dividono l’apparato psichico dell’individuo. Oltre all’Es, sono inconsce parti dell’Io e del Super-io. L’Es è la parte oscura, inaccessibile della personalità. L’Es non conosce né giudizi di valore, né il bene e il male né la moralità. Investimenti pulsionali che esigono la scarica: nell’Es non c’è altro. L’Io è quella parte dell’Es predisposta per la percezione di stimoli dal mondo esterno, per depositarne una fedele riproduzione nelle tracce mnestiche, per l'”esame di realtà”, per controllare la motilità e per sintetizzare e organizzare i processi psichici. Il Super-io affonda nell’Es; quale erede del complesso edipico, è con esso in intima connessione; è più distante dal sistema percettivo di quanto lo sia l’Io. L’Es ha contatti con il mondo esterno solo attraverso l’Io. La psicoanalisi si propone di rafforzare l’Io, renderlo più indipendente dal Super-io, ampliare il suo campo percettivo e perfezionare la sua organizzazione, così che possa annettersi nuove zone dell’Es. Dove era l’Es, deve subentrare l’Io.
Lezione 32: Angoscia e vita pulsionale
191-218
È qui ripetuta in succinto la venticinquesima lezione della prima serie, dedicata all’angoscia. L’Io produce angoscia come segnale di una situazione di pericolo. Le situazioni tipiche di pericolo nella vita sono la perdita della madre, la perdita dell’amore, l’evirazione e i rimproveri del Super-io. Il segnale d’angoscia si manifesta quando l’individuo sente che il moto pulsionale emergente potrebbe dar luogo a una situazione di pericolo. Il segnale di angoscia ha come risultato la rimozione e, successivamente, o la formazione sintomatica o la formazione reattiva. Probabilmente tutte le situazioni di angoscia sono reminiscenze di una precedente situazione traumatica consistente in uno stato di elevato eccitamento sentito come dispiacere non scaricato. Freud ricapitola qui la teoria delle pulsioni allo scopo di menzionare le nuove scoperte nella teoria della libido. Esiste una fase orale incorporativa preambivalente, seguita da una fase sadico-orale ambivalente. A queste subentra la fase sadico-anale, in cui si possono distinguere due sottofasi: nella prima prevalgono tendenze distruttive, nella seconda tendenze favorevoli a conservare e a possedere l’oggetto. Nel descrivere la trasformazione della libido in erotismo anale, Freud fa alcune precisazioni: secondo la convinzione comune a tutti i bambini, i quali persistono a lungo nella teoria cloacale, il bambino viene partorito dall’intestino come un escremento. Nelle fantasie, nelle associazioni influenzate dall’inconscio, nel linguaggio sintomatico, feci-denaro-regalo- bambino-pene hanno il medesimo significato e sono rappresentati dagli stessi simboli. L’amore dell’ordine, la parsimonia e l’ostinazione sono tratti del carattere che prendono origine dall’erotismo anale. Esistono due specie essenzialmente diverse di pulsioni: quelle sessuali e quelle aggressive, e tutti i moti pulsionali consistono di un impasto delle due specie di pulsioni. Il masochismo deriva da un inconscio senso di colpa, che a sua volta proviene da quella porzione di aggressività contro i genitori la quale ha trovato impiego al momento dell’istituzione del Super-io.
Lezione 33: La femminilità
219-41
Affrontiamo l’indagine dello sviluppo sessuale della donna con una duplice attesa. La prima è che anche qui la costituzione non si adatti alla funzione senza riluttanza. L’altra è che le svolte decisive siano avviate o compiute già prima della pubertà. Nella fase fallica della bambina la clitoride è la zona erogena dominante. Con la svolta verso la femminilità la clitoride deve cedere in tutto o in parte la sua sensibilità, e quindi la sua importanza, alla vagina. Nella situazione edipica è il padre che diventa per la bambina l’oggetto amoroso, e ci aspettiamo che nel normale corso dello sviluppo essa trovi, a partire dall’oggetto paterno, la via verso la scelta oggettuale definitiva. Col volgere del tempo la bambina deve dunque cambiare zona erogena. La bambina si distacca dalla madre perché riconosce di essere priva di pene: la scoperta della propria evirazione può portare alla nevrosi, a un complesso di mascolinità, o alla femminilità normale. Con l’abbandono della masturbazione clitoridea, la passività prende il sopravvento, e la svolta verso il padre viene compiuta prevalentemente con l’aiuto di spinte pulsionali passive. Trasferendo sul padre il desiderio del pene-bambino, la bambina è entrata nella situazione del complesso edipico. Nell’identificazione della donna con sua madre è possibile distinguere due livelli: quello preedipico, basato sul tenero attaccamento alla madre e che prende la madre come modello, e quello successivo, risultante dal complesso edipico, che vuole eliminare la madre e mettersi al suo posto presso il padre.
Lezione 34: Schiarimenti, applicazioni, orientamenti
242-61
Affrontiamo l’indagine dello sviluppo sessuale della donna con una duplice attesa. La prima è che anche qui la costituzione non si adatti alla funzione senza riluttanza. L’altra è che le svolte decisive siano avviate o compiute già prima della pubertà. Nella fase fallica della bambina la clitoride è la zona erogena dominante. Con la svolta verso la femminilità la clitoride deve cedere in tutto o in parte la sua sensibilità, e quindi la sua importanza, alla vagina. Nella situazione edipica è il padre che diventa per la bambina l’oggetto amoroso, e ci aspettiamo che nel normale corso dello sviluppo essa trovi, a partire dall’oggetto paterno, la via verso la scelta oggettuale definitiva. Col volgere del tempo la bambina deve dunque cambiare zona erogena. La bambina si distacca dalla madre perché riconosce di essere priva di pene: la scoperta della propria evirazione può portare alla nevrosi, a un complesso di mascolinità, o alla femminilità normale. Con l’abbandono della masturbazione clitoridea, la passività prende il sopravvento, e la svolta verso il padre viene compiuta prevalentemente con l’aiuto di spinte pulsionali passive. Trasferendo sul padre il desiderio del pene-bambino, la bambina è entrata nella situazione del complesso edipico. Nell’identificazione della donna con sua madre è possibile distinguere due livelli: quello preedipico, basato sul tenero attaccamento alla madre e che prende la madre come modello, e quello successivo, risultante dal complesso edipico, che vuole eliminare la madre e mettersi al suo posto presso il padre.
Lezione 35: Una “Visione del mondo”
262-84
Una Weltanschauung (visione del mondo) è una costruzione intellettuale che, partendo da una determinata ipotesi generale, risolve in modo unitario tutti i problemi della nostra vita e nella quale, per conseguenza, nessun problema rimane aperto e tutto ciò che ci interessa trova la sua precisa collocazione. La Weltanschauung religiosa è determinata dalla situazione tipica dell’infanzia. Lo spirito scientifico cominciò a trattare la religione come una faccenda umana e a sottoporla a esame critico. Mentre le singole religioni contendono fra loro su quale sia in possesso della verità, la psicoanalisi ritiene che il contenuto di verità della religione possa essere del tutto trascurato. La religione è un tentativo di vincere il mondo dei sensi, nel quale siamo posti, attraverso il mondo dei desideri che abbiamo sviluppato in seguito a necessità biologiche e psicologiche. La psicoanalisi è incapace di crearsi una sua particolare Weltanschauung. Non ne ha bisogno, è parte della scienza e può dunque aderire alla Weltanschauung scientifica. Il pensiero scientifico è ancora molto giovane e di moltissimi grandi problemi non è ancora potuto venire a capo. Una visione del mondo eretta sulla scienza ha, tranne l’accento posto sul mondo esterno reale, tratti essenzialmente negativi, come il sottomettersi soltanto alla verità, nel rifiuto di ogni illusione.
Estratti: Opere di Sigmund Freud (OSF) Vol 11: L’uomo Mosè e la religione monoteistica e altri scritti 1930-1938, Torino, Bollati Boringhieri, 2003.