Cosa c’è di comune in tutte le cose? Tutte le cose hanno di inevitabilmente identico il fatto di non essere un nulla, ovvero, di essere. Guardando l’identità delle differenze, guardando l’essere in quanto tale, se ne resta accecato.
Il principio indica quella verità incontrovertibile da cui tutte le altre verità dipendono. L’essere non è il nulla. È questo il principio da cui parte Parmenide. L’essere è e il non essere non è. L’errore consiste nel pensare che l’essere possa non essere.
“Albero”, “penna”, “scrivania” significa essere? No. Non significa essere. Il “non significare essere” vuol dire“non esser l’essere”. Allora “albero” è un non-essere. Ognuna delle molteplici cose è necessariamente “non essere”. È paradossale maè impossibile che le cose siano,è impossibile che il mondo sia. Dice Severino “l’essere comune a tutte le cose è opposto al nulla, ma non può essere identico a nessuna delle molteplici cose. Se si afferma che la “casa” è, poiché si afferma che la casa è non-essere, se si dicesse che la casa è, si direbbe che il nulla è”. Ecco che emerge dal pensiero di Parmenide una certa sintonia con il pensiero orientale fondata sulla concezione illusoria del mondo. Quell’illusione chiamatadoxa, l’opinione illusoria.
L’essere non riducibilealla varietà delle cose del mondo. L’essereè qualcosa di non divisibile in parti, qualcosa di semplice. Il mondo è illusione, certo, ma il mondo esiste. Il mondo, in quanto illusione c’è. L’illusione in cui consiste il mondo esiste. L’illusione c’è. Il punto nodale è che viviamo l’illusione credendo che non sia illusione. L’illusione, essendo, è e ciòsmentisce il principio che solo l’essere è. È necessario riconoscere l’esistenza dell’illusione.
L’essere parmenideo è l’eterno. Se l’essere si generasse, proverrebbe dal non-essere, e ciò comporterebbeche ci sia un tempo e un luogo da dove l’essere verrebbe, dove l’essere non è. Se sparisse, si annichilasse, ci sarebbe un tempo in cui l’essere non sarebbe. L’essere è semplice e l’eterno. Al di là dell’eterno abbiamo il divenire illusorio delle cose. Il mondo è illusione non solo perché è molteplice, ma anche perché diviene, perché è diveniente.