Senza selezionare, né tralasciare alcunché di ciò che emerge, pensieri spiacevoli, disgustosi, ridicoli, irrilevanti, inadeguati. Freud sottolinea l’importanza di comunicare tutte le associazioni. L’obiettivo è quello di intercettare il sentiero giusto che può portare a ciò che è stato respinto o dimenticato.
Affiorano spesso in ciascuno di noi delle idee improvvise, ma difficilmente le esterniamo, a volte meccanicamente le ignoriamo. Sono idee automatiche, che affiorano in certe situazioni a volte neutre.
È così che «nacque la tecnica di educare il paziente a rinunciare ad ogni atteggiamento critico e a impiegare il materiale d’idee improvvise in tal modo messo in evidenza per scoprire i nessi cercati»[i].
Ciò che viene in mente improvvisamente ci indica le idee che, prive di
quel legame associativo, che invece possiamo incontrare in una catena
associativa, spesso si presentano scollegate dal contesto e dal discorso.
La possibilità di accedere alle catene associative
inconsce consente di accendere una luce sul determinismo inconscio e ciò apre
allo stesso tempo il campo a nuove associazioni che a loro volta possono
orientare proprio verso quel raggruppamento psichico non più accessibile. Ciò
che impedisce di seguire la “regola fondamentale” di dire tutto ciò che passa
per la testa, consente di intercettare le resistenze, che diventano la porta
prediletta per l’accesso all’inconscio, la porta prediletta per accedere alla
sua logica, logica che ci dice qualcosa del desiderio.
[i] «“La regola tecnica fondamentale”. Questo procedimento delle “associazioni libere” è stato da allora mantenuto nel lavoro psicoanalitico. Si avvia il trattamento invitando il paziente ad assumere un atteggiamento di autoosservazione attenta e spassionata, a leggere di volta in volta sempre e soltanto la superficie della propria coscienza, e a impegnarsi da un Iato a essere completamente sincero e dall’altro a non escludere dalla comunicazione nessuna idea improvvisa, neppure quando: i) la dovesse avvertire come troppo sgradevole; 2) dovesse reputarla insensata; 3) troppo irrilevante; 4) non pertinente a ciò che si ricerca. Accade regolarmente che proprio le idee improvvise che provocano le obiezioni testé menzionate si rivelino di particolare valore per la scoperta del materiale dimenticato». Freud S., Due voci di enciclopedia: psicoanalisi e teoria della libido, OSF, vol. 9, p. 442.