Il linguaggio implica un riconoscimento da parte dell’Altro, quando parlo mi muovo all’interno di un sistema di leggi universali, di regole, dove parlando sono riconosciuto come facente parte di quel sistema.
Con la Lalangue assistiamo a qualcosa di diverso. Dalla funzione simbolica della parola passiamo alla parola che gode di sé stessa, alla parola come godimento.
La Lalangue va aldilà della dimensione dialogica del linguaggio, non vuole dire niente a nessuno, è fuori dallo schema “parlare per essere ascoltati da qualcuno”.
La Lalangue è il linguaggio della singolarità, la lingua del nostro corpo, che è una lingua originaria, iniziale, all’origine del linguaggio c’è la lalangue, la lingua materna.
Sembra essere quella dimensione aurorale del linguaggio “fatta di carne”, per sempre persa e verso la quale sempre tendiamo nei nostri giri di parole, nelle nostre circumnavigazioni linguistiche.
La Lalangue in quanto lingua materna, precede il linguaggio (simbolico) quindi, ne è la precondizione per certi versi.
Il linguaggio implica sempre un’articolazione significante nelle maglie della quale emerge anche qualcosa dell’ordine del senso; la Lalangue si riferisce alla lallazione, cioè alla parte pre-significante dei significanti, quella parte sensoriale, corporea, di godimento.
La Lalangue rappresenta quella dimensione del linguaggio non ancora inscritta nell’universale del linguaggio simbolico, è ciò che emerge dall’intimità del proprio corpo, corpo che riceve le cure dell’Altro materno, cure che assumono la funzione di gesti significanti, significanti intrisi di godimento. Ciò rappresenta una sorta di iniziale e amorfa accozzaglia significante che traccerà la via per il futuro ingresso nell’ordine del linguaggio. Così facendo, il fondamento del linguaggio si sposta dal versante paterno, quello simbolico, a quello materno, cioè verso quella dimensione dove è in gioco la relazione madre-bambino e dove il corpo è il luogo di iscrizione di questi processi interattivi e significanti: suoni, parole, sensazioni, emozioni. È una lingua affettiva, emozionale, corporea. È una lingua del godimento che si sottrae alla logica dialogica o a quella della comunicazione, e quindi non si lascia ascoltare, non c’è un ascoltatore, è fuori dalla logica della verità o dei fatti.
La Lalangue non è il linguaggio del corpo ma è il linguaggio dove il corpo, in quanto luogo di godimento, è fortemente in gioco. È una condizione primordiale del linguaggio, dove in gioco ci sono percezioni, sensazioni, vissuti somatici, scompensi metabolici, immagini….
Il passaggio al linguaggio simbolico, quello fatto di regole universali e impersonali, comporta una separazione dalla corporeità in quanto tale. Tale passaggio comporta una sorta di inscrizione della Lalangue nel simbolico, una sua de-corporizzazione e ciò comporta un passaggio dall’inconscio strutturato come Lalangue all’inconscio strutturato come un linguaggio, ma tale passaggio non cancella del tutto la Lalangue, ci sono dei resti.