Fonte: Jacques Lacan, Il Seminario – Libro XI – I quattro concetti fondamentali della psicoanalisi 1964, Enaudi, Torino, 2003, p. 84-85.
Nel mio seminario ho fatto un grande uso della funzione dell’anamorfosi, nella misura in cui essa è una struttura esemplare. In che cosa consiste un’anamorfosi, semplice e non cilindrica? Supponete che, su questo foglio piano che ho in mano, ci sia un ritratto. Li c’è per caso una lavagna, in una posizione obliqua rispetto al foglio. Supponete che, con l’aiuto di una serie di fili o di tratti ideali, io riporti sulla parete obliqua ogni punto dell’immagine disegnata sul mio foglio. Potete facilmente immaginare cosa ne risulterà – voi otterrete una figura allargata e deformata secondo le linee di quella che si può chiamare una prospettiva. Si suppone che – se levo quello che è servito alla costruzione, cioè l’immagine posta nel mio proprio campo visivo – l’impressione che ne trarrò, restando in questo posto, sarà sostanzialmente la stessa. Come minimo riconoscerò i tratti generali dell’immagine, come massimo ne avrò un’impressione identica.
Ora farò circolare qualcosa datata un centinaio di anni prima, 1533, una riproduzione di un quadro che penso tutti voi conosciate – Gli ambasciatori dipinto da Hans Holbein. Quelli che lo conoscono potranno rinfrescarsene la memoria. Quelli che non lo conoscono dovranno considerarlo con attenzione. Ci tornerò fra poco.
La visione si ordina secondo un modo che possiamo chiamare, in generale, la funzione delle immagini. Questa funzione si definisce per una corrispondenza punto per punto di due unità nello spazio. Quali che siano gli intermediari ottici per stabilire la loro relazione, che un’immagine sia virtuale o che sia reale, la corrispondenza punto per punto è essenziale. Quello che appartiene al modo dell’immagine nel campo della visione è dunque riducibile a quello schema così semplice che permette di stabilire l’anamorfosi, vale a dire al rapporto di una immagine, in quanto è legata a una superficie, con un certo punto che chiameremo punto geometrale. Potrà chiamarsi immagine qualsiasi cosa che sia determinata da questo metodo – in cui la linea retta ha un suo ruolo, per il fatto di essere il tragitto della luce.