(1927, OSF, 10, 491-497)
Freud ebbe in cura alcuni soggetti orientati dalla scelta oggettuale feticista. Il caso più interessante fu quello di un giovane che aveva come oggetto feticcio un certo “sfavillio sul naso” (Glanz auf der Nase). Il lavoro di Freud ebbe una svolta quando notò che lo “sfavillio sul naso” in realtà andava letto diversamente. Infatti il paziente da piccolo crebbe in Inghilterra e solo successivamente si trasferì in Germania. Lo sfavillio andava letto non in lingua tedesca, Glanz, ma in inglese, Glance: lo sfavillio in realtà è un’occhiata, un’occhiata lanciata verso il naso. È il naso il vero oggetto in questione in questo caso di feticismo approfondito da Freud.
La psicoanalisi ha dimostrato che il feticcio è un sostituto del pene. Più precisamente il pene della donna (della madre), che il bambino ha creduto esistesse realmente. A tale credenza egli non vuole rinunciare. Il feticcio rappresenta la conferma trionfante della vittoria sulla minaccia di evirazione. È una protezione da questa minaccia.
Inoltre, sostiene Freud, il feticcio consente al feticista di difendersi da una latente omosessualità, perché è in grado di conferire alla donna un aspetto meno minaccioso come oggetto sessuale. Di fatto il feticista riesce ad avere rapporti sessuali con l’altro sesso solo attraverso la mediazione dell’oggetto.
Il feticcio è l’ultimo baluardo che resta proteggere da quell’evento perturbante e traumatico che sarebbe l’accettazione della castrazione, dell’interdizione e del dolore che questa comporta. In alcuni casi, ricorda Freud, nell’edificazione del feticcio si riscontrano sia il rinnegamento che il riconoscimento dell’evirazione, cioè, per dire le cose in termini più chiari, il feticcio è il sostituto del fallo della madre a cui il piccino ha creduto e a cui non vuole rinunciare . Non si tratta di una percezione rimossa, ma, continua Freud: “La situazione da noi considerata mostra, proprio al contrario, che la percezione si è conservata e che è stata intrapresa un’azione molto energica al fine di istituire e conservare il suo rinnegamento” . Il prototipo normale del feticcio, dice Freud è il pene dell’uomo, così come il prototipo dell’organo inferiore è la clitoride e cioè il piccolo pene reale della donna.
(Cfr., S. Freud, Feticismo, in Inibizione, sintomo e angoscia e altri scritti 1924-1924, OSF, Torino, Bollati Boringhieri, 2000)