Abbiamo ipotizzato (nel post di ieri) che dietro il legame associativo “batticuore-tensione muscolare alle gambe-aumento respiratorio-perdita lucidità-prendere la parola in una sala gremita di illustri personaggi” c’è uno schema.
Proviamo a ragionare sul retroscena di questo schema. Anche in questo caso proveremo a farlo senza l’insegnamento della psicoanalisi.
In condizioni normali il pensiero si struttura attraverso un flusso di idee che fluisce sequenzialmente da una premessa (A) ad una conclusione (B) passando attraverso alcuni concetti intermedi (C₁, C₂, C₃, C₄, Cn)
Naturalmente questa è una rappresentazione formale del flusso di idee. Niente di più.
Per adesso ipotizziamo che, delle non meglio identificabili alterazioni della forma del pensiero vanno ad incidere sulla quantità e sulla velocità dei contenuti ideativi, sulla coerenza dei nessi associativi e sull’espressione attraverso il linguaggio. Pertanto, se in condizioni normali il pensiero si organizza a partire da un flusso di idee sequenzialmente ordinato secondo questa logica: da una premessa (A) si arriva ad una conclusione (B) passando attraverso alcuni concetti intermedi (C,…), in caso di alterazioni formali di questa logica, il flusso cambia.
Piccola premessa: userò qui delle categorie prettamente psichiatriche comunemente usate per studiare gravi psicopatologie. Noi qui, invece, ne faremo un uso diverso. Proveremo ad analizzare problematiche per dir così, più soft, a partire da queste categorie.
Se volessimo attenerci alla lezione classica della psichiatria, i disturbi formali del pensiero, che nel nostro caso diventeranno delle semplici alterazioni del pensiero, possono essere così strutturati:
- Quelli che dipendo dalla quantità e dalla velocità
- Accelerazione –> Fuga delle idee
- Rallentamento –> Blocco
- Impoverimento
- Quelli connessi alla coerenza dei nessi associativi
- Circostanzialità
- Tangenzialità
- Deragliamento
- Disorganizzazione
- Illogicità
- Quelli connessi alle anomalie nel linguaggio
- Perseverazione
- Assonanze
- Neologismi
- Ecolalia
Riprendendo l’esempio del legame associativo “batticuore-tensione muscolare alle gambe-aumento respiratorio-perdita lucidità-sala gremita di illustri personaggi”, interroghiamoci sulla possibilità che, alla base di questa sequenza ci sia un’alterazione formale del pensiero. In particolare, in questo caso ci soffermeremo sul segmento “perdita di lucidità”. Ragionando solo su alcune delle possibili alterazioni che il flusso di idee potrebbe subire.
L’accelerazione, per esempio, comporta che i processi associativi si svolgano con maggiore rapidità a scapito dell’efficacia comunicativa: le idee si succedono con eccessiva rapidità a scapito dell’efficacia comunicativa. In questo caso avremo un aumento della produzione delle idee ma i legami associativi divengono accessori.
Potrebbe l’accelerazione, in quanto alterazione del pensiero, essere uno dei tasselli in grado di aiutarci a capire la natura dello schema mentale alla base di un fenomeno corporeo come quello del “batticuore”, del “tremore alle gambe”, del “nodo alla gola” e soprattutto della “perdita di lucidità”?
L’accelerazione sembra causare la fuga delle idee e cioè la velocità con cui si verificano le associazioni aumenta e i concetti (D,…) prodotti nel mentre si realizza il percorso che va dalla premessa (A) alle conclusioni (B), oltrepassano quei concetti che invece usualmente si producono (C,…).
Il rallentamento del pensiero fa sì che i processi associativi si svolgano con molta lentezza, bassa produttività e ridotta efficacia comunicativa. Nei casi estremi si può arrivare al blocco e cioè all’arresto improvviso e inaspettato dell’eloquio connesso ad un possibile arresto del flusso associativo, generalmente caratterizzato dall’impossibilità di recuperare i pensieri precedenti il blocco. Intuitivamente, questo tipo di alterazione del pensiero sembra essere molto vicino alla problematica della “perdita di lucidità”, per esempio. La velocità di pensiero si riduce (e nello schema aumenta la lunghezza delle frecce) ed il numero di concetti tra loro connessi (C,…) durante il percorso dalla premessa alle conclusioni, diminuisce.
L’impoverimento del flusso di idee rende l’ideazione e quindi l’eloquio scarni e ridotti, sia dal punto di vista quantitativo (contenuti) che qualitativo (modalità formali dell’espressione). A causa della sua indeterminatezza il pensiero fornisce poche informazioni. Anche in questo caso, intuitivamente, l’impoverimento, sembra essere un nodo fondamentale della “perdita di lucidità” connessa al forte arousal indotto dall’esperienza del “dover parlare dinnanzi ad un pubblico”.
Altro caso ancora di alterazione del pensiero è quello della tangenzialità. In questo caso il pensiero effettua un percorso marginale rispetto a quello normalmente percorso per giungere a conclusioni pertinenti con le premesse (B), e la finalità sarà raggiunta in maniera marginale (B1). Si noti come i concetti disposti lungo il percorso parallelo a quello usuale, si trovano comunque sempre ad una medesima distanza logica da quelli normalmente evocati.
E adesso analizziamo l’alterazione del percorso associativo che devia verso i concetti (D,E,F,G,H,…) non collegati alle conclusioni che causa la perdita della capacità di arrivare alle conclusione (B), il deragliamento.
Il deragliamento consiste cioè nella deviazione graduale o improvvisa del corso del pensiero senza blocco, in cui i nessi associativi tra le varie unità ideative sono alterati e difficilmente codificabili.
Per finire, abbiamo il caso dell’illogicità, dove il pensiero non raggiunge le conclusioni in accordo con le finalità (B), ma procede seguendo percorsi illogici (linee ondulate) in grado di evocare i concetti (D,E) senza alcuna relazione tra loro.
L’illogicità rappresenta un’alterazione formale del pensiero in seguito al quale i processi ideativi non giungono a conclusioni decifrabili attraverso le regole della logica comunemente usata.
Riassumendo: accelerazione, rallentamento, impoverimento, tangenzialità, deragliamento e illogicità del flusso di idee possono dirci qualcosa circa quello schema che sarebbe alla base del legame “batticuore-tensione muscolare alle gambe-aumento respiratorio-perdita lucidità-prendere la parola in una sala gremita di illustri personaggi”?