Fantasie freudiane (3/23)

Possiamo isolare diversi livelli riferiti alla nozione freudiana di fantasia, inconscia, subliminale e conscia. Le fantasticherie diurne, usate dall’elaborazione secondaria, possono essere direttamente connesse con la fantasia inconscia (nucleo onirico). «Le fantasie di desiderio che l’analisi scopre nei sogni notturni si rivelano spesso ripetizioni e rielaborazioni di scene infantili, e in questo modo la facciata ci mostra immediatamente, in alcuni sogni, il nucleo onirico autentico, deformato dall’aggiunta di altro materiale.»[i]

L’importanza che Freud dà alla fantasia è dovuta al fatto che grazie ad essa è possibile intercettare il processo che entra in gioco nel passaggio tra i vari sistemi psichici, in particolare: rimozione o ritorno del rimosso. Le fantasie «si avvicinano alla coscienza, rimangono indisturbate finché non hanno un intenso investimento, ma sono respinte non appena il loro investimento supera un certo livello […]. [Le fantasie] da un lato sono altamente organizzate, non contraddittorie, hanno utilizzato tutte le acquisizioni del sistema C e il nostro giudizio potrebbe difficilmente distinguerle dalle formazioni di questo sistema. D’altro lato sono inconsce e incapaci di diventare coscienti. […]. La loro origine resta l’elemento decisivo del loro destino. Possiamo paragonarle a quegli uomini di razza mista che nell’insieme assomigliano in effetti ai bianchi, ma, poiché tradiscono la loro origine di colore per qualche tratto appariscente, e vengono per questo esclusi dalla società e non godono di nessuno dei privilegi dei bianchi»[ii] [iii].


[i] Freud S., Tre saggi sulla teoria sessuale e altri scritti 1900-1905, OSF, vol.4, p. 33. Il lavorio onirico della fantasia è connesso sia al desiderio inconscio profondo che all’elaborazione secondaria. I due estremi del sogno, praticamente. Le due diverse forme di fantasia sembrano congiungersi o quanto meno stabilire un legame simbolico tra di loro.

[ii] Freud S., L’inconscio, OSF, vol. 8, pp 74-75

[iii] Freud sembra marcare le analogie sussistenti tra «le fantasie chiaramente coscienti dei pervertiti, che in circostanze favorevoli vengono messe in atto, i timori deliranti dei paranoici, proiettati ostilmente sugli altri, e le fantasie inconsce degli isterici, che la psicoanalisi scopre dietro i loro sintomi», questi fattori «coincidono, dal punto di vista del contenuto, fino nei minimi particolari». Freud S., Tre saggi sulla teoria sessuale, OSF, vol. 4, p. 477 n. 1.