Fantasia come rappresentazione fantasmatica del desiderio (4/23)

Nelle strutture immaginarie e nelle costruzioni psicopatologiche più diverse è possibile ritrovare una stessa configurazione, conscia o inconscia che sia, di agiti o di rappresentazioni. La psicoanalisi fondamentalmente cerca di far emergere dietro i sogni, i sintomi, i passaggi all’atto, coazione a ripetere ecc., le fantasie sottostanti.[i] Essa dimostra come certi comportamenti che apparentemente sembrano agganciati alle esigenze della realtà, invece non sono altro che delle emanazioni delle fantasie inconsce. In altre parole, tutta la vita del soggetto sembra configurarsi a partire da una sotterranea e strutturante attività fantasmatica. Con la nozione di fantasia di desiderio (Wunschphantasie) Freud sancisce lo stretto legame tra il concetto di fantasia e quello di desiderio. Per Freud il desiderio trova la sua logica nell’esperienza del soddisfacimento.[ii]

La fantasia è uno scenario organizzato, drammatizzato in forma immaginaria. Il soggetto è incluso in tali scene. Finanche nella scena primaria, dove non è solo un osservatore. La fantasia non è un oggetto desiderato dal soggetto, bensì una serie di scene in cui è presente anche il soggetto e in cui i ruoli si possono invertire. La fantasia è legata al desiderio e pertanto in essa albergano diverse operazioni difensive molto primitive: volgersi della pulsione sulla persona stessa del soggetto, la trasformazione nel contrario, il rinnegamento, la proiezione. Se la funzione primaria della fantasia è la rappresentazione fantasmatica del desiderio allora meglio si capisce da dove vengono queste difese: insieme al desiderio appare sempre anche il divieto.


[i] La parola analisi viene dal gr. ἀνάλυσις [análysis], ed etimologicamente significa “decomposizione”, deriva da ἀναλύω, «scomporre, risolvere nei suoi elementi». L’analisi consente di intercettare certi effetti prodotti da certe cause, cioè ha la funzione di far luce sui rapporti tra le varie parti di un problema. Essa ci consente di suddividere le parti di un problema in elementi sempre più semplici. La scomposizione che porta troppo avanti può far perdere la visione generale del problema. L’analisi consiste proprio nella scomposizione di un insieme compatto (un oggetto, un concetto, una idea…) nelle parti che lo costituiscono. Sintesi [dal lat. tardo synthĕsis, gr. σύνϑεσις ] è l’esatto contrario di analisi, è vuol dire «composizione», [der. di συντίϑημι] «mettere insieme»

. Aristotele considerava la sintesi come un’attività intellettiva che consiste nell’unire i pensieri in una proposizione, attraverso la congiunzione di un soggetto a un predicato attraverso la copula, proprio come uniamo le cose nella realtà. In antitesi all’analisi, la sintesi procede dai singoli elementi che combinati insieme costruiscono un insieme.

[ii] «[…] è probabile che il primo atto di desiderio sia stato un investimento allucinatorio del ricordo di soddisfacimento». Freud S., L’interpretazione dei sogni 1899, OSF, vol. 3, p. 545.