Freud, riprende la dottrina cosmologica empedoclea (dualismo di Empedocle) dei due principi fondamentali, “philìa” (amore, amicizia) e “neikos” (discordia, odio) che, “sia per il nome che per la funzione che assolvono, sono la stessa cosa delle nostre due pulsioni originarie Eros e Distruzione.”[1]
Ispirato da Sabina Spielrein, come scrive in una nota[2] di Al di là del principio del piacere, Freud con, il termine Thanatos, denota il desiderio di porre fine alla sofferenza della vita e di tornare al riposo. È importante differenziare il concetto di Thanatos da quello di destrudo, ovvero l’energia di distruzione che si oppone alla libido. Con il termine Thanatos Freud si riferisce al principio di costanza[3]. Egli sostiene che “nella vita psichica esiste davvero una coazione a ripetere la quale si afferma anche a prescindere dal principio di piacere”[4].
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum, la coazione a ripetere è definita da Freud “demoniaca”[5], è, cioè, quella condizione che si riscontra nella nevrosi traumatica, dove continuamente si rivive o si reinterpretano gli eventi sempre allo stesso modo.
Gli organismi tendono verso uno stato
preorganico “sembrerebbe proprio che il principio di piacere si ponga al
servizio delle pulsioni di morte. A questo punto sorgono innumerevoli altri
quesiti cui non siamo in grado attualmente di dare una risposta. Dobbiamo aver
pazienza e attendere che si presentino nuovi strumenti e nuove occasioni di
ricerca. E dobbiamo esser disposti altresì ad abbandonare una strada che
abbiamo seguito per un certo periodo se essa, a quanto pare, non porta a nulla
di buono. Solo quei credenti che pretendono che la scienza sostituisca il
catechismo a cui hanno rinunciato se la prenderanno con il ricercatore che
sviluppa o addirittura muta le proprie opinioni”[6].
Negli anni Venti, con l’invenzione della pulsione di morte, Freud inizia ad
andare al di là delle finalità curative di una psicoanalisi psicoterapica. Egli
si scontra con un nucleo patogeno inscalfibile, qualcosa che torna sempre al
suo posto, che continua a ripetersi, insensatamente. Crollano le illusioni
terapeutiche ed è per questo che molti allievi di Freud, durante questa svolta,
prendono una strada diversa da quella del maestro. Fino alla fine Freud su
questo punto non cambierà più idea.
[1] S. Freud, Analisi terminabile e interminabile, op. cit., pp. 527-529.
[2] S. Freud, Al di là del principio del piacere, op. cit., p. 240.
[3] S. Freud, Al di là del principio del piacere, op. cit., p. 195.
[4] S. Freud, Al di là del principio del piacere, op. cit., p. 209.
[5] Sigmund Freud, Al di là del principio del piacere, op. cit., pp. 207, 221-2. Cf. anche Il perturbante (1919), OSF vol. 9, p. 99.
[6] Sigmund Freud, Al di là del principio di piacere, op. cit., pp. 248-9.