Criteri diagnostici per il Disturbo da Sonnabulismo
A. Ripetuti episodi di allontanamento dal letto durante il sonno e di deambulazione nei dintorni, usualmente ricorrenti durante il primo terzo del principale episodio di sonno.
B. Durante il sonnambulismo, il soggetto ha un’espressione fissa, vuota, e relativamente non reattivo agli sforzi compiuti da altri per comunicare con lui, e può essere risvegliato solo con grande difficoltà.
C. Al risveglio (sia dall’episodio sonnambulico, che al mattino successivo), la persona presenta amnesia per l’episodio.
D. Dopo alcuni minuti dal risveglio dall’episodio sonnambulico, non vi e menomazione
dell’attività mentale o del comportamento (benché vi possa essere inizialmente un breve periodo di confusione o disorientamento).
E. Il sonnambulismo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale lavorativa, o di altre aree importanti.
Gli episodi sonnambulici possono includere una varietà di comportamenti. Negli episodi lievi il soggetto può semplicemente mettersi a sedere sul letto, guardarsi attorno o pizzicare la coperta. Più tipicamente scende dal letto., passeggia per la stanza, oppure fuori dalla stanza e persino fuori dall’edificio. I soggetti possono usare il bagno, mangiare e conversare durante gli episodi. La maggior parte dei comportamenti durante gli episodi sono routinari e poco complessi. Particolarmente nell’infanzia, il disturbo può includere comportamenti inappropriati. La durata varia da diversi minuti a mezz’ora. Gli episodi possono terminare in risvegli spontanei seguiti da un periodo di confusione, oppure il soggetto può ritornare a letto e continuare a dormire fino a tarda mattina. Durante gli episodi i soggetti possono conversare o persino rispondere a domande altrui. Perché possa essere fatta la diagnosi, il soggetto deve sperimentare un disagio clinicamente significativo. In conseguenza al disturbo può provare isolamento sociale o difficoltà lavorative.
Decorso
Il sonnambulismo può manifestarsi in qualunque momento dopo che il bambino ha imparato a camminare, ma gli episodi si verificano più comunemente per la prima volta verso i 4 -8 anni. Il picco è verso i 12 anni. L’insorgenza del disturbo negli adulti dovrebbe suggerire la ricerca di specifiche eziologie, come l’uso di sostanze o la patologia neurologica. Il disturbo presenta aggregazione familiare. Nei pazienti sonnambuli è stata riportata una storia familiare nell’80% dei casi.
Molto simili sono gli episodi epilettici che si presentano nel sonno, anche se i movimenti in
questo caso sono più stereotipati, perserverativi.
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Fonte: Disturbi del sonno. American Psychiatric Association (2000).DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano, 639-706.