Secondo il modello neuroscientifico, il cervello si snoda attraverso due dimensioni, quella interna, il milieu del corpo, e il mondo esterno.
Il cervello avrebbe la funzione di mediare tra le funzioni vegetative, cioè i bisogni e le spinte primarie del milieu corporale e l’ambiente esterno, sempre in movimento.
Il sistema nervoso vegetativo ha la funzione di tenerci in vita, momento dopo momento: monitorando la frequenza cardiaca, il nostro respiro, la temperatura, la digestione e tutto il resto.
Per poterlo fare necessita di sostanze che provengono dall’ambiente esterno: ossigeno, acqua, cibo…. Inoltre, per poter vivere, il nostro corpo necessita anche di una certa temperatura esterna.
Il mondo viscerale interno per vivere deve interagire al meglio con quello esterno, quest’ultimo ha la funzione di soddisfare i nostri bisogni.
Al cervello è assegnata la funzione di mediare queste due dimensioni, interno/esterno.
Se il cervello smettesse di regolare le interazioni e gli scambi tra lo stato interno del corpo con quello dell’ambiente esterno la vita non sarebbe più possibile. Il cuore si fermerebbe, la respirazione non sarebbe possibile, si morirebbe di fame o sete.
Secondo il modello neuroscientifico, le informazioni arrivano passando
dagli organi di senso alle aree posteriori degli emisferi cerebrali per poter
essere proiettate alle varie cortecce primarie, secondo le specifiche classi di
recettori sensitivi da cui provengono.
Le informazioni sono integrate da altre informazioni
che derivano da altre modalità sensoriali e, dalle aree primarie, ritornano alle
aree associative posteriori. A ciò che si apprende in un dato momento dal mondo
esterno viene aggiunto ciò che sappiamo dalle esperienze precedenti e
successivamente si proietta alla corteccia associativa frontale, per
pianificare l’azione.[i]
[i] Gli stimoli interni sono prima registrati dall’ipotalamo, successivamente sono associati alle altre informazioni che provengono dal sistema limbico, ed infine arrivano alla corteccia frontale. Questo percorso sarebbe fondamentale per la formazione delle nostre motivazioni profonde, in quanto strettamente correlate alla memoria personale e alle emozioni. Il sistema prefrontale è in grado di guidare il nostro comportamento in funzione delle condizioni interne ed esterne nell’hic et nuc ma anche a partire dalle esperienze precedenti. Le informazioni posso arrivare sia dall’esterno che dall’interno, nel primo caso si parla di funzioni canale, nel secondo, funzioni di statoMesulam M.M., From Sesetion to cognition, in Brain (1998), 121, 1013-1052, Oxford University Press.