Prima del Seminario XI Lacan si chiede a più riprese se la psicoanalisi è una scienza. Non da’ una risposta. Se lo chiede perché inizia ad avere qualche dubbio. Tutto l’insegnamento di Lacan lascia intendere che la psicoanalisi sia una scienza. Nella sua tesi di dottorato in psichiatria egli ha un approccio alla clinica ispirato dalla fenomenologia jasperiana.
Le prime lezioni del Seminario sulle psicosi si allontanano dall’idea della comprensione, ovvero dalla concezione fenomenologica della cura che pone l’accento sull’esperienza immediata. Ciò che si comprende nell’esperienza immediata non è più prioritario per la cura. La percezione del sole che sorge e poi tramonta, è una percezione immediata, ma non è esatta: è la terra che gira intorno al sole. Il primo grande passo del pensiero scientifico è stato quello di affidarci ai calcoli e non alla prima esperienza sensibile.
La scienza oggi si occupa di cose che non sono esperibili, i quanti, le stringhe. Attraverso la matematica noi costruiamo la scienza: l’idea di fondo, paradossalmente, è che occorre andare aldilà dell’esperienza sensibile.
La tripartizione immaginario, simbolico e reale attraversa tutto il pensiero di Lacan. È qualcosa che non cambierà mai nel suo pensiero. Ciò gli consente di non fermarsi all’esperienza sensibile. La tripartizione dei registri fa sì che l’esperienza sensibile sia connotata da elementi simbolici. Non è l’immediatezza che connota la teoria. La nozione di comprensione, di relazione di comprensione, perno di ogni psicopatologia fenomenologica, consiste nel pensare che le cose siano ovvie, per esempio, quando qualcuno è triste è dovuto al fatto che gli manca qualcosa che desidera. Lacan sostiene che tale approccio non porta a nulla, è falso, perché oggi ciascuno di noi può avere tutto quello che vuole ma è lo stesso triste.
Il rifiuto dell’immediatezza del sensibile porta ad andare aldilà, verso la combinazione degli elementi simbolici.
L’esempio classico è quello della bambina che riceve uno schiaffo e chiede se questo ha un valore positivo o negativo. Se è negativo piange. Altrimenti no. Qui si vede bene come l’immediatezza del dato sensibile è legato comunque alla componente simbolica.