Nel procedere a definire i costi sociali dell’alcolismo significativa è la classificazione dei problemi sociali che ha effettuato l’OMS nel 1990 distinguendoli in:
1. problemi sociali da intossicazione acuta;
2. problemi sociali da intossicazione cronica.
Appartengono alla 1°categoria i comportamenti violenti in famiglia e non, l’abuso di minori, l’assenteismo e l’inefficienza nel lavoro, incidenti sul lavoro, incidenti stradali e domestici, atti di devianza sessuale, tentativi di suicidio. Alla 2°categoria appartengono invece i problemi familiari, vagabondaggio, disoccupazione, accattonaggio, frodi/debiti, ripetute condanne, tentativi di suicidio.
L’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcol, in collaborazione con la Fondazione Censis con uno studio avviato nel 1994, ha tentato di rilevare in termini economici i costi sociali derivati dall’abuso di alcolici analizzandoli secondo questi aspetti[i]:
1. effetti sulla salute: direttamente legati alle conseguenze dell’abuso;
2. effetti sugli incidenti: maggior rischio di subire traumi derivanti da incidenti stradali, domestici, infortuni sul lavoro e nel tempo libero;
3. manifestazioni di violenza e criminalità;
4. ripercussioni sul mercato del lavoro.
Pertanto i costi sono stati suddivisi in:
Costi Primari di tipo diretto: trattamento degli alcolisti e supporto al trattamento; di tipo indiretto: morbilità, assenza dal lavoro e mortalità degli alcolisti.
Costi Secondari di tipo diretto: criminalità degli alcolisti, incidenti provocati dagli alcolisti, politiche sociali di prevenzione; di tipo indiretto: morbilità e mortalità delle vittime degli incidenti provocati dagli alcolisti, dalla criminalità e dalla detenzione.
I costi diretti sono determinati dai ricoveri ospedalieri, le prestazioni mediche, il trattamento per il recupero, le assicurazioni, le spese legali, etc.
I costi indiretti sono invece determinati dalla perdita di lavoro, l’assenteismo, l’impegno dei familiari nella cura e nel recupero dell’alcolista.
Dall’interessante studio del Censis risulterebbe che i costi primari, concernenti la popolazione degli alcolisti, rappresentano tra il 64,4% e il 63% dei costi complessivi indotti dall’abuso di alcol, mentre i costi secondari (danni provocati alle persone e cose) pesano per il 35% e 37% dei costi totali.
La sintesi che deriva dall’analisi dei dati complessivi, è relativa ad una sopravvalutazione generale dell’opinione pubblica del sistema alcol in Italia sia come produzione che perdita di ricchezza nei confronti dell’intera economia del Paese. L’indicazione che ne consegue, è che il fenomeno dell’alcolismo venga affrontato con responsabilità, partendo da una reale conoscenza della situazione sociale per una aderente politica di prevenzione che veda un coinvolgimento di tutte le parti interessate, compreso produttori e consumatori[ii].