Autismo infantile e psicosi simbiotiche

Margaret Mahler ha sempre sottolineato, nelle sue ricerche, il ruolo dell’Io nello sviluppo del processo di adattamento con la realtà esterna, partendo dall’osservazione delle prime fasi dello sviluppo psichico del bambino e descrivendo la “nascita psicologica” come evento realizzabile attraverso una graduale differenziazione, da parte del bambino, fra il Sé e il non-Sé, nel processo di acquisizione della capacità di rappresentarsi la madre come oggetto esterno, separato da sé. L’isolamento e le altre manifestazioni della sindrome psicotica autistica rimandano all’idea di uno stadio di completa non-differenziazione tra l’Io e l’Es, tra il Sé e il mondo oggettuale, che si ritiene essere predominante nel neonato fino alla fine del secondo mese di vita (Mahler, M., Pine, F., & Bergman, A.,  1975) e che rappresenta la fase autistica normale. Durante questo periodo il bambino non è in grado di utilizzare l’oggetto d’amore primario vivente, perché è assente in lui la consapevolezza e la rappresentazione dell’agente delle cure materne. In seguito, però, tra madre e bambino si stabilisce una relazione simbiotica e il bambino si comporta come fosse un tutt’uno con questa. Partendo da queste considerazioni, poste al centro dell’osservazione delle fasi normali dello sviluppo infantile, Mahler teorizza una distinzione fra l’autismo infantile e le psicosi simbiotiche, in quanto collocabili in momenti diversi del processo evolutivo. Nell’autismo infantile, il bambino, non ha alcuna percezione della madre e quindi del mondo esterno: l’infante sembra organizzarsi in modo da mantenere e consolidare la barriera allucinatoria negativa che caratterizza la prima settimana di vita, quando si difende dalla stimolazione sensoriale troppo viva. Per il bambino autistico la madre non è un faro vivente di orientamento nel mondo della realtà (Mahler, M.  1968).

La psicosi simbiotica si manifesta, come fatto clinico rilevante, nel momento in cui è messo discussione il legame con la madre, per esempio quando c’è la separazione reale. Per lottare contro le ansie d’annientamento che ne derivano, il bambino tende a mantenere la relazione simbiotica, rinforzando meccanismi difensivi come la proiezione, la negazione e l’introiezione, e rifugiandosi all’interno del legame simbiotico nel quale prova sentimenti d’onnipotenza.

 

Bibliografia

Mahler, M. & Pine, F., Bergman, A.  (1975). The Psychological Birth of the Human Infant Symbiosis and Individuation. New York: Basic Books, (tr. it. La nascita psicologica del bambino. Torino: Bollati Boringhieri, 1978).

Mahler, M. (1968). Infantile Psychosis. New York: International Universities Press (tr. it. Psicosi infantili. Torino: Bollati Boringhieri, 1975).