Se un corpo si avvicinasse alla velocità della luce la sua massa si dilaterebbe e sarebbe sempre più difficile farlo crescere di velocità. Nessun corpo potrebbe raggiungere la velocità della luce perché se vi riuscisse quel corpo sarebbe infinito. Non ci sarebbe il tempo e neanche il divenire. Quel corpo si annullerebbe nell’essere assoluto. L’unica cosa che va alla velocità della luce è la luce stessa. Quindi, la luce, non ha una massa.
La teoria corpuscolare della luce concepisce la luce come una scarica di mitragliatrice. Christiaan Huygens si chiese se la luce potesse avere una forma ondulatoria (teoria ondulatoria della luce). La luce, infatti, presenta dei fenomeni di interferenza se la si lascia passare attraverso due fenditura. Ciò dimostrerebbe che la luce non può essere corpuscolare, ma ondulatoria.
Nel 1905 Einstein ritorna alla visione di Newton sostenendo che la luce è fatta di corpuscoli aggiungendo un altro aspetto. Corpuscoli costituiti da pacchetti di energia quantizzata, nel senso che ci può arrivare l’energia soltanto in una certa quantità. Come accade con il denaro, è possibile dividerlo in centesimi ma oltre, non ci sono monete da mezzo centesimo. Abbiamo solo dei “quanti” di euro. Plank introdusse qualcosa di simile nella fisica. L’energia è quantizzata, c’è un punto oltre il quale non si può andare oltre, non si possono fare pacchettini più piccoli di un certo quanto.
Einstein mise insieme la teoria corpuscolare di Newton e la teoria dei quanti di energia di Plank riuscendo così a spiegare l’effetto fotoelettrico. Nel 1917 Einstein affermò che la luce è allo stesso tempo sia corpuscolare che ondulatoria. È fatta sia di proiettili che di onde. Due visioni apparentemente contradditorie sono in realtà compatibili. Fu coniato in questo caso il principio di complementarità: la luce è ondulatoria secondo alcuni esperimenti ed è corpuscolare se se ne fanno degli altri.