Prefazione a ” Discorsi di psicoanalisi” di J.J. Putman (1921)
335-37
James Putnam, morto nel 1918 all’età di settantadue anni, non solo fu il primo americano a interessarsi personalmente di psicoanalisi, ma ne divenne ben presto il più deciso sostenitore e il più influente rappresentante in America. I saggi raccolti nel volume per cui Freud scrive la Prefazione furono composti da Putnam tra il 1909 e la fine della sua vita e offrono un buon quadro delle sue relazioni con la psicoanalisi. Attestano come Putnam si impegnò anzitutto a correggere un giudizio provvisorio che era basato su una conoscenza insufficiente; come poi accettò l’essenza dell’analisi, ne riconobbe la capacità di dilucidare l’origine delle umane imperfezioni e delle umane sconfitte, e come fu colpito dalla prospettiva di contribuire al miglioramento dell’umanità seguendo l’orientamento psicoanalitico.
Prefazione a “La psicologia dei sogni a occhi aperti” di J. Varendonk (1921)
L’autore è riuscito a mettere in luce la natura di quella forma di pensiero fantastico a cui ci si abbandona in certi stati di distrazione e in cui si cade facilmente prima di addormentarsi o quando non si è completamente svegli. Varendonck considera il tipo di attività mentale che ha osservato nel pensiero autentico di Bleuler, ma lo chiama, di regola, “pensiero preconscio”. Tuttavia il pensiero autentico di Bleuler non corrisponde affatto all’estensione e al contenuto del preconscio. Il sogno a occhi aperti non deve le sue peculiarità al fatto che perlopiù si verifica a livello preconscio. Perfino una riflessione che segua con rigore un ben preciso orientamento può essere compiuta senza la collaborazione della coscienza. Il sogno a occhi aperti e le concatenazioni mentali studiate da Varendonck dovrebbero essere indicati come pensiero liberamente vagante o fantastico, in antitesi con la riflessione intenzionalmente diretta.
Psicoanalisi e telepatia (1921)
349-61
Sono presentati e discussi tre esempi di telepatia. Un giovane in analisi raccontò a Freud che un’indovina gli aveva detto che suo cognato sarebbe morto per un avvelenamento da gamberi o da ostriche nel mese di giugno o di agosto. La profezia non si era avverata, suo cognato non era morto, ma aveva veramente avuto un avvelenamento da gamberi in agosto. Tutto ciò viene interpretato come la comunicazione all’indovina di un inconscio desiderio di morte rimosso contro il cognato. Il secondo caso riguarda una ragazza, la maggiore di cinque sorelle, che fa un buon matrimonio, ma rimane senza figli. Poiché la causa stava nell’incapacità del marito a procreare, la donna subisce un crollo repentino tanto da dover essere ricoverata in vari istituti. Dopo dieci anni di malattia, ormai sulla quarantina, entra in analisi e racconta a Freud un episodio che risale alla sua incipiente depressione, prima dello scoppio della nevrosi ossessiva. A ventisette anni, un indovino le aveva predetto che si sarebbe sposata (si era tolta la vera nuziale prima di entrare nella saletta dove doveva lasciare l’impronta della mano in un piatto di sabbia) e avrebbe avuto due figli all’età di trentadue anni. Ora, a quarant’anni, non aveva figli. I due numeri hanno una spiegazione: la madre della paziente si era sposata solo dopo i trent’anni, e durante il suo trentaduesimo anno aveva messo al mondo due figlie. Il terzo episodio riguarda un grafologo di nome Rafael Schermann. Il fenomeno di trasmissione del pensiero si verificò tra il grafologo e un paziente, il quale finì per troncare una vecchia relazione amorosa e sposò una fanciulla sulla quale Schermann aveva pronunciato un giudizio favorevole.
Alcuni meccanismi nevrotici nella gelosia, paranoia e omosessualità (1921)
367-77
La gelosia è uno di quegli stati affettivi che, al pari dell’afflizione, possono essere definiti normali. I tre livelli o gradi di gelosia possono essere denominati: 1) gelosia competitiva o normale; 2) gelosia proiettata; 3) gelosia delirante. La gelosia normale è composta dall’afflizione, il dolore provocato dalla convinzione di aver perduto l’oggetto d’amore, e dalla ferita narcisistica, ammesso che sia distinguibile dal resto. La gelosia proiettata deriva, sia nell’uomo sia nella donna, dall’infedeltà che essi stessi hanno attuato nella vita reale oppure da spinte verso l’infedeltà che sono state rimosse. La gelosia delirante è determinata da tendenze all’infedeltà che sono state rimosse, ma gli oggetti di queste fantasie sono dello stesso sesso del soggetto. I casi di paranoia si sottraggono perlopiù all’indagine psicoanalitica. Dallo studio di due casi di paranoia Freud riesce a scoprire qualcosa che rappresenta per lui una novità. Il primo caso riguarda un uomo giovane che soffriva di una gelosia paranoica pienamente sviluppata, oggetto della quale era sua moglie, una donna di fedeltà indiscutibile. Dopo l’interruzione di una relazione amorosa, si manifestò in lui con violenza la gelosia proiettata. Poiché nel caso del paranoico è proprio la persona più amata dello stesso sesso a trasformarsi in persecutore, questo capovolgimento prenderebbe origine dall’ambivalenza emotiva e sarebbe rafforzato dal mancato appagamento delle pretese amorose. Nella paranoia persecutoria l’ambivalenza emotiva svolge la stessa funzione della gelosia nel caso del nostro paziente: serve a difendersi dall’omosessualità. Tutta la sua adolescenza era stata improntata a un forte attaccamento alla madre, di cui era il beniamino. Nel secondo caso di paranoia persecutoria, il paziente era da un lato un ribelle, dall’altro un figlio sottomesso. Dopo la morte del padre, per senso di colpa, si era rifiutato il piacere del rapporto con le donne. I suoi reali rapporti con gli uomini erano evidentemente sotto il segno della diffidenza. Il fattore qualitativo, e cioè la presenza di certe formazioni nevrotiche, ha un’importanza pratica minore di quella del fattore quantitativo, del grado di attenzione o del grado di investimento che queste strutture riescono ad attirare su di sé. Il processo tipico dell’omosessualità consiste nel fatto che pochi anni dopo la pubertà il giovane fino ad allora intensamente fissato alla madre cambia radicalmente il proprio atteggiamento: si identifica con la madre e si guarda intorno in cerca di oggetti d’amore in cui poter ritrovare sé stesso, oggetti che vorrebbe amare così come la madre ha amato lui. Un altro fattore è la tendenza alla scelta oggettuale narcisistica, che comunque è più naturale e più facile ad attuarsi che non una svolta in direzione dell’altro sesso. Infine viene discusso un altro meccanismo di scelta oggettuale omosessuale, che trae origine dalla rivalità verso i fratelli maggiori.
Sogno e telepatia
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383-95
Freud si è proposto di indagare il rapporto esistente tra gli avvenimenti telepatici e il sogno, o più precisamente tra gli avvenimenti telepatici e la teoria del sogno. I due fenomeni hanno pochissimo a che fare l’uno con l’altro, e anche se venisse accertata l’esistenza di sogni telepatici, non per questo si dovrebbe modificare alcunché nella concezione psicoanalitica del sogno. Il materiale su cui è basata la comunicazione è molto esiguo; infatti in ventisette anni di attività psicoanalitica a Freud non è mai capitato di riscontrare in un paziente un sogno telepatico vero e proprio. Un paziente sognò che sua moglie aveva dato alla luce due gemelli. In realtà era incinta la figlia, ma il parto non era atteso prima di quattro settimane. Il giorno successivo al sogno il paziente ricevette un telegramma in cui il genero gli annunciava la nascita di due gemelli. Il sogno si addentrava in ogni sorta di dettagli sulla somiglianza fra i bambini e i genitori, discuteva sul colore dei loro capelli e sul fatto che presumibilmente sarebbe mutato in futuro. Nel sogno era la (seconda) moglie del sognatore a dare alla luce due gemelli, mentre l’evento reale era il seguente: la figlia, che vive lontana da lui, ha partorito due gemelli. Il materiale associativo relativo al sogno, pur nella sua esiguità, mostra come esista in questo caso un intenso legame emotivo tra padre e figlia, un legame emotivo tanto comune e tanto naturale che bisognerebbe smetterla di vergognarsene; un legame che certo nella vita si esprime esclusivamente come interesse affettuoso, e che solo nel sogno è spinto alle sue ultime conseguenze. Sono possibili due diverse concezioni del sogno. Secondo la prima, il sogno sarebbe la reazione a un messaggio telepatico: “In questo momento tua figlia sta mettendo al mondo due gemelli.” Secondo l’altra, alla base del sogno c’è un inconscio lavorio del pensiero che si può tradurre pressappoco così: “Oggi è il giorno in cui dovrebbe avvenire il parto se, come io in realtà credo, i due giovani a Berlino si sono sbagliati di un mese. E se la mia (prima) moglie fosse ancora viva, non si accontenterebbe certo di un solo nipotino! Per lei dovrebbero nascere almeno due gemelli.” Tutti i sogni provengono dall’interno, sono prodotti della nostra vita psichica, mentre il “sogno telepatico” vero e proprio consisterebbe per definizione nella percezione di un evento esterno rispetto al quale la vita psichica manterrebbe un atteggiamento ricettivo e passivo.
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395-407
Il secondo caso che si riferisce al rapporto tra sogno e telepatia non è un sogno telepatico, ma un sogno che fin dagli anni infantili si è presentato più volte a una persona che ha avuto molteplici esperienze telepatiche. La sognatrice vede una lingua di terra circondata dall’acqua. Le onde si spingono avanti e poi sono risucchiate dalla risacca. Sulla lingua di terra c’è una palma, un po’ piegata verso l’acqua. Una donna circonda con il braccio il tronco della palma e si china profondamente verso l’acqua, dove c’è un uomo che tenta di giungere a riva. Alla fine si sdraia per terra, con la mano sinistra si tiene salda alla palma e tende più che può la destra verso l’uomo che sta in acqua, ma non riesce a raggiungerlo. Il sogno rappresenta un salvataggio dall’acqua, e quindi è un tipico sogno di nascita. Il tronco d’albero è un simbolo fallico. La faccia dell’uomo è rimasta nascosta: deve essere stato il padre della sognatrice. I casi di messaggi telepatici rientrano nella sfera del complesso edipico. La telepatia non ha nulla a che fare con l’essenza del sogno. È comunque un fatto incontestabile che la telepatia è favorita dallo stato di sonno. Come il sonno non è una condizione indispensabile per il verificarsi dei fenomeni telepatici, non necessariamente la formazione onirica comincia soltanto quando si instaura lo stato di sonno. Se il fenomeno della telepatia fosse solo un’attività dell’inconscio le leggi della vita psichica inconscia si applicherebbero anche alla telepatia.
Prefazione a «Il metodo psicoanalitico» di Raymond de Saussure (1922)
413-14
In questa prefazione, pubblicata in francese, Freud elogia Raymond de Saussure, che non si era limitato a studiare scrupolosamente le sue opere, ma aveva anche fatto il sacrificio di sottoporsi per parecchi mesi a un’analisi con lui. In tal modo era stato messo in grado di formarsi un proprio giudizio sulla maggior parte delle questioni non risolte della psicoanalisi, e di evitare le numerose deformazioni ed errori che si trovavano spesso nelle esposizioni francesi e tedesche delle teorie psicoanalitiche. Grazie al bel sogno riportato nel libro, messo a disposizione dal dottor Odier, anche i non iniziati potevano farsi un’idea dell’ambito delle associazioni oniriche, del rapporto tra l’immagine manifesta del sogno e i pensieri onirici latenti. La psicoanalisi aveva appena cominciato a suscitare anche in Francia un interesse piuttosto cospicuo da parte degli specialisti e dei profani.
La testa di Medusa (1922)
415-16
L’interpretazione della decapitazione della Medusa è evidente: decapitare?? evirare. Il terrore di Medusa è dunque terrore dell’evirazione legato alla vista di qualcosa. Se i capelli della testa di Medusa compaiono così spesso nelle raffigurazioni artistiche sotto forma di serpenti, ciò è dovuto al complesso di evirazione. Per quanto suscitino di per sé un effetto spaventevole, i serpenti servono in realtà a mitigare l’orrore, poiché sostituiscono il pene, dalla cui mancanza è nato l’orrore. Se la testa di Medusa sostituisce la raffigurazione del genitale femminile, o piuttosto ne isola l’effetto orripilante rispetto a quello che suscita piacere, si può rammentare che l’esibizione dei genitali è anche nota come azione apotropaica. Anche il membro maschile eretto funge da oggetto apotropaico.
Osservazioni sulla teoria e pratica dell’interpretazione dei sogni (1922)
1-7
421-29
Dovendo interpretare un sogno si può scegliere fra vari procedimenti tecnici: 1) procedere per ordine cronologico, dove il sognatore produce le associazioni agli elementi del sogno nello stesso ordine in cui tali elementi si presentano; 2) cominciare da un singolo elemento del sogno: per esempio, il frammento più appariscente, o quello che possiede la massima vividezza o intensità sensoriale; 3) domandare al sognatore quali avvenimenti del giorno precedente si associano secondo lui al sogno che ha riferito; 4) lasciare libero il sognatore di decidere da quali associazioni relative al sogno vuole cominciare. Se la pressione della resistenza è alta, si riuscirà forse a capire ciò di cui tratta il sogno, ma non si potrà indovinare ciò che esso dice. Quando la resistenza si mantiene entro limiti modesti, si presenta il quadro ben noto del lavoro interpretativo: le associazioni dapprima divergono ampiamente dagli elementi manifesti, di modo che vengono sfiorati numerosi temi e gruppi di rappresentazioni, dopodiché una seconda serie di associazioni convergono verso i pensieri onirici da noi cercati. I sogni dal basso sono quelli provocati dalla forza di un desiderio inconscio (rimosso). I sogni dall’alto corrispondono a pensieri o propositi diurni che durante la notte sono riusciti a trovare un rafforzamento nel materiale rimosso e inaccessibile all’Io. L’interpretazione di un sogno si divide in due fasi: la fase in cui viene tradotto e quella in cui viene giudicato e valutato. Nella prima fase non ci si deve lasciar influenzare da alcuna considerazione che riguarda la seconda. Non è affatto facile giungere a conclusioni generali sul valore dei sogni correttamente tradotti. La vera situazione del conflitto si può determinare solo tenendo presenti tutti gli altri dati, compresa la vita di veglia.
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429-30
Al problema di come valutare il sogno si collega strettamente la questione se esso possa essere influenzato da eventuali “suggestioni” del medico. Non occorre certo dimostrare che il contenuto manifesto del sogno è influenzato dal trattamento psicoanalitico. Anche i pensieri onirici latenti cui bisogna risalire mediante l’interpretazione possono essere influenzati o suggeriti dall’analista. Una porzione di questi pensieri onirici latenti corrisponde a formazioni ideative preconsce, con le quali il sognatore potrebbe aver reagito alle osservazioni del medico. Sul meccanismo della formazione onirica in quanto tale, nel lavoro onirico vero e proprio, non si può mai esercitare alcuna influenza. Ogni sogno contiene accenni ai moti di desiderio rimossi che permettono la formazione del sogno. Con questi e con il materiale che si riferisce a scene del passato del sognatore è spesso difficile provare che essi non sono prodotti da suggestione; ma il modo in cui i frammenti si adattano reciprocamente, come in un puzzle, alla fine ci convince che non è così. Può certo darsi che i sogni che si verificano durante un’analisi riescano a portare alla luce molto più materiale rimosso che non i sogni che avvengono al di fuori della situazione psicoanalitica. Ma una cosa del genere non è dimostrabile, poiché l’impiego dei sogni nell’analisi è qualcosa di assai lontano dall’intenzione originaria dei sogni stessi. Il sostegno alla coazione a ripetere è offerto dalla traslazione positiva.
9-10
430-33
I sogni che si presentano nelle nevrosi traumatiche costituiscono la sola eccezione vera e i sogni di punizione la sola eccezione apparente alla regola che il sogno mira all’appagamento di un desiderio. In quest’ultima categoria di sogni riscontriamo il fatto singolare che proprio nulla di ciò che fa parte dei pensieri onirici latenti viene assunto nel contenuto onirico manifesto, e che anzi al loro posto compare qualcosa di completamente diverso, che si deve descrivere come una formazione reattiva contro i pensieri onirici stessi, come qualcosa che li rigetta e li contraddice in modo assoluto. Ciò si può ascrivere soltanto all’istanza critica dell’Io, che ha ristabilito temporaneamente il suo dominio anche durante lo stato di sonno. Capita talvolta che qualcuno si meravigli per il fatto che l’Io del sognatore può comparire due o più volte nel sogno manifesto, una volta in proprio, e le altre volte celato dietro alle persone. Nel corso della formazione onirica l’elaborazione secondaria si è evidentemente sforzata di cancellare questa molteplicità dell’Io, la quale non si adatta a nessun tipo di situazione scenica; essa, però, viene ristabilita attraverso il lavoro interpretativo. Anche nell’interpretazione dei sogni possiamo aver a che fare con la separazione dell’Io da un’istanza che osserva, critica e punisce (ideale dell’Io), e spesso spiega i molteplici aspetti in cui si presenta nello stesso sogno.
Due voci di enciclopedia (1922)
«Psicoanalisi»
439-57
Psicoanalisi è il nome: 1) di un procedimento per l’indagine di processi psichici cui altrimenti sarebbe pressoché impossibile accedere; 2) di un metodo terapeutico (basato su tale indagine) per il trattamento dei disturbi nevrotici; 3) di una serie di conoscenze psicologiche acquisite per questa via, che gradualmente si assommano e convergono in una nuova disciplina scientifica. Vengono riepilogati i seguenti punti: la storia; la catarsi; il passaggio alla psicoanalisi (passaggio dall’ipotesi breueriana degli stati ipnoidi ai concetti di rimozione e difesa); la rinuncia all’ipnosi; la “regola tecnica fondamentale” (per cui il paziente è invitato ad assumere un atteggiamento di autosservazione attenta e spassionata, a leggere di volta in volta sempre e soltanto la superficie della propria coscienza, e a impegnarsi da un lato a essere completamente sincero e dall’altro a non escludere dalla comunicazione nessuna idea improvvisa); la psicoanalisi come arte interpretativa; l’interpretazione degli atti mancati e delle azioni casuali; l’interpretazione dei sogni; la teoria dinamica della formazione del sogno, che comporta l’appagamento di un desiderio; il simbolismo; il significato etiologico della vita sessuale; la sessualità infantile; lo sviluppo della libido; il rinvenimento dell’oggetto e il complesso edipico; l’inizio in due tempi dello sviluppo sessuale; la dottrina della rimozione; la traslazione; le pietre miliari della teoria psicoanalitica; ulteriori destini della psicoanalisi; progressi recenti della psicoanalisi; la svolta nella tecnica; la psicoanalisi come metodo terapeutico; il confronto tra la psicoanalisi e i metodi ipnotici e suggestivi; i rapporti della psicoanalisi con la psichiatria; critiche e fraintendimenti della psicoanalisi; le applicazioni non mediche della psicoanalisi; la psicoanalisi come scienza empirica.
«Teoria della libido »
458-62
“Libido” è un termine che nella teoria delle pulsioni designa l’espressione dinamica della sessualità. Il primo ambito di fenomeni di cui la psicoanalisi intraprese lo studio furono le cosiddette nevrosi di traslazione (isteria e nevrosi ossessiva). I sintomi di queste nascevano per il fatto che moti pulsionali sessuali erano stati respinti (rimossi) dalla personalità (dell’Io) e si erano procurati, passando per la via traversa dell’inconscio, un modo d’espressione. Ciò che si chiamava pulsione sessuale era estremamente composito e poteva essere nuovamente scomposto nelle sue pulsioni parziali. Ogni pulsione parziale era invariabilmente caratterizzata dalla propria fonte, ossia dalla regione del corpo o zona da cui traeva il proprio eccitamento. Inoltre, si potevano distinguere un oggetto e una meta. Il processo patogeno della dementia praecox fu identificato nel fatto che la libido viene sottratta agli oggetti e introdotta nell’Io, mentre le manifestazioni più clamorose della malattia nascono dal vano tentativo della libido di trovare una via per tornare agli oggetti. È possibile caratterizzare le pulsioni come tendenze insite nella sostanza vivente e miranti al ripristino di una condizione precedente, ed è probabile che si debba riconoscere l’esistenza di due tipi di pulsioni. Ambedue i tipi, l’Eros e la pulsione di morte, entrerebbero in azione sin dal primo apparire della vita lavorando l’una contro l’altra.
Qualche parola sull’inconscio (1922)
467
“Inconscio” è stato dapprima un termine puramente descrittivo, che pertanto includeva ciò che è temporaneamente latente. La concezione dinamica del processo di rimozione rese tuttavia necessario conferire all’inconscio un significato sistematico, e l’inconscio venne equiparato al rimosso. A ciò che è latente e solo provvisoriamente inconscio fu dato il nome di “preconscio” e, dal punto di vista sistematico, gli fu conferita una collocazione assai prossima a ciò che è cosciente. È emerso che non è possibile far coincidere il rimosso con l’inconscio da una parte, e l’Io con il preconscio e il conscio dall’altra. Due fatti dimostrano come anche nell’Io vi sia un inconscio che si comporta dinamicamente alla stessa maniera dell’inconscio rimosso: una resistenza che procede dalI’Io nel corso dell’analisi e un inconscio senso di colpa.
Estratto: Opere di Sigmund Freud (OSF) Vol 9. L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Torino, Bollati Boringhieri, 2000, (rist. 2006).