Il metodo psicoanalitico freudiano

Il metodo psicoanalitico freudiano

1903, 407-12

Il particolare metodo di psicoterapia praticato da Freud e denominato psicoanalisi è derivato dal cosiddetto procedimento catartico. Questo procedimento presupponeva che il paziente fosse ipnotizzabile e si basava sull’ampliamento della coscienza che ha luogo nell’ipnosi. Il suo fine era l’eliminazione dei sintomi patologici. L’efficacia terapeutica del metodo catartico non era affidata a una proibizione per suggestione da parte del medico. Freud, oltre alla suggestione, rinunciò anche all’ipnosi, trovandovi un sostituto nelle associazioni dei suoi pazienti. Prima di invitarli a narrare la storia della propria malattia, raccomandava loro vivamente di dire tutto quello che passava loro per il capo. Durante il racconto del corso della malattia appaiono nei malati lacune di memoria. Se si insiste affinché il narratore colmi queste lacune, quando il ricordo torna realmente, egli prova un vero disagio. Da ciò Freud deduce che le amnesie sono il risultato di un processo che egli chiama rimozione e di cui individua il motivo in sentimenti spiacevoli. Le forze psichiche che hanno provocato la rimozione possono essere percepite nella resistenza che si solleva contro il riproporsi del ricordo. Il fattore della resistenza è diventato uno dei fondamenti della teoria freudiana. Quanto più grande è la resistenza, tanto più ingente è la deformazione delle formazioni psichiche rimosse (pensieri e impulsi). Freud ha sviluppato un’arte di interpretazione cui compete la funzione di separare dalle idee inintenzionali i pensieri rimossi. Oggetto di questo lavoro interpretativo non sono solo le idee del malato, ma anche i suoi sogni. Il procedimento terapeutico rimane lo stesso per tutti i multiformi quadri sintomatici dell’isteria come per tutte le forme di nevrosi ossessiva. La persona che dev’essere sottoposta con vantaggio alla psicoanalisi deve possedere molteplici requisiti: capacità di periodi psichici normali, un certo grado di naturale intelligenza e di sviluppo etico; anche l’età ha la sua importanza.

Noterelle sulla “Neue freie Presse”

1903-04, 417-20

Si tratta di quattro brevi scritti pubblicati sul quotidiano di Vienna. Il primo, apparso nel febbraio 1903, è la Recensione a “In lotta contro i bacilli del cervello”, di Georg Biedenkapp. Dietro questo titolo poco suggestivo si cela il libro di un uomo di valore, che sa dire al lettore molte cose degne di considerazione. L’autore lotta in realtà contro quelle “parolette e forme verbali che escludono o includono il troppo” e attestano, da parte di coloro che sono soliti usarle di preferenza, una dannosa propensione a “giudizi esclusivi o superlativi”. L’esortazione alla sobrietà nel giudizio e nell’espressione serve all’autore solo come punto di partenza per ulteriori considerazioni sugli altri “errori di pensiero” degli uomini, sul delirio di essere il centro di tutto, sulla fede, sulla morale ateistica e simili. Il secondo scritto, sempre del febbraio 1904, è la Recensione a “Il mistero del sonno” di John Bigelow. Sciogliere il mistero del sonno dovrebbe essere un compito riservato alla scienza; il pio autore opera invece con argomenti biblici e ragioni teologiche. In realtà, gli importanti processi di attività inconscia della psiche e persino del pensiero proseguono anche nel sonno profondo. La Recensione a “Nevrastenia, natura, guarigione e prevenzione” di Alfred Baumgarten, pubblicata nella stessa data, discute brevemente un libro di non grande valore. Infine, nel novembre 1904, appare il Necrologio del professor Samuel Hammerschlag. Questi da circa trent’anni aveva cessato la sua attività di insegnante israelita di religione, ma era una personalità in grado di lasciare impressioni indelebili sullo sviluppo dei propri allievi.

Recensione a “I fenomeni psichici di coazione” di L. Lowenfeld

1904, 422-24

Freud riprende in questo scritto i motivi dell’antica polemica sull’origine sessuale della nevrosi d’angoscia, sorta con Löwenfeld nel 1895. Al centro di tutti i problemi relativi ai fenomeni di coazione si trova il problema dell’angoscia nevrotica. Se si riuscisse a spiegare di dove essa provenga e in quali condizioni si presenti, si troverebbe la chiave per comprendere le psiconevrosi. Freud si rammarica che l’autore non abbia aderito alla formula da lui enunciata, secondo la quale l’angoscia nevrotica è di origine somatica, proviene dalla vita sessuale e corrisponde a una libido trasformata. All’obiezione di Löwenfeld, che non sono riscontrabili fattori sessuali nocivi nell’etiologia di tutti i casi di nevrosi d’angoscia, ma soltanto in circa il 75 per cento, Freud si dichiara d’accordo su questa cifra, precisando che già nel 1895 egli riconosceva l’esistenza di casi di nevrosi d’angoscia senza etiologia sessuale. Anche Freud conosce i casi di nevrosi d’angoscia, citati contro di lui da Löwenfeld, caratterizzati da considerevole aumento anziché diminuzione della libido, ma sa che in questi casi non si tratta d’altro che di un’oscillazione fra eccitamento libidico ed eccitamento (parzialmente) trasformato in angoscia. Gli spaventi e altri agenti nocivi che Löwenfeld cita tra le cause delle nevrosi d’angoscia sono piuttosto da ascriversi all’isteria.

Psicoterapia

1904, 429-39
È una conferenza tenuta nel Collegio medico viennese il 12 dicembre 1904. La psicoterapia non è un metodo di cura moderno; al contrario, è la più antica terapia di cui la medicina si sia servita. I metodi della medicina primitiva e di quella antica devono ascriversi in massima parte alla psicoterapia. Certe malattie, e le psiconevrosi in particolare, sono assai più accessibili a influssi psichici che a qualsiasi altra forma di cura. Vi sono molti tipi e mezzi di psicoterapia. Buoni sono tutti quelli che raggiungono lo scopo della guarigione. Ecco alcuni chiarimenti sul metodo psicoanalitico di psicoterapia: 1) questo metodo viene spesso confuso con il trattamento di suggestione ipnotica. Tra la tecnica della suggestione e quella psicoanalitica esiste la più grande antitesi. La prima non si cura della provenienza, della forza e del significato dei sintomi patologici, ma vi sovrappone qualcosa (la suggestione, appunto) da cui si attende che sia abbastanza forte da impedire all’idea patogena di manifestarsi. La terapia psicoanalitica, invece, si preoccupa della genesi dei sintomi morbosi e di toglier via, far venire fuori una serie di fattori; 2) la tecnica che consiste nel rintracciare gli spunti della malattia e nell’eliminare le sue manifestazioni non è facile e non può essere praticata senza addestramento; 3) indagine e ricerca non permettono risultati rapidi, e la resistenza può risultare uno spiacevole scoglio. La terapia psicoanalitica ha reso abili all’esistenza un gran numero di persone che erano incapaci di vivere, e di fronte a questo risultato ogni fatica appare dunque irrilevante; 4) indicazioni e controindicazioni della psicoanalisi: il paziente deve avere un certo grado d’istruzione e un carattere che dia sufficiente affidamento, deve essere capace di uno stato psichico normale, e non deve superare l’età di cinquant’anni. Non si farà ricorso alla psicoanalisi quando si tratta di eliminare rapidamente fenomeni pericolosi. Quando la cura psicoanalitica è condotta con discernimento, non c’è da temere alcun danno per il malato. In conclusione, questa terapia si fonda sul riconoscimento che le rappresentazioni inconsce, o meglio, la natura inconscia di certi processi psichici sono la causa diretta dei sintomi morbosi. In linea del tutto generale si può quindi considerare il trattamento psicoanalitico alla stregua di una post-educazione per il superamento di resistenze interiori. È opportuno, infine, ricordare che raccomandare l’attività sessuale nelle psiconevrosi solo di rado è un buon consiglio.

Estratti: Opere di Sigmund Freud (OSF) Vol 4. Tre saggi sulla teoria sessuale e altri scritti 1900-1905, Torino, Bollati Boringhieri, 1989.