Ci sono alcuni scenari fantasmatici che, per quanto possano essere soggettivi e per certi versi singolari, sono comuni a tutti, sono quelle fantasie primarie (Urphantasien) che Freud aveva teorizzato essere scollegate da esperienze effettivamente vissute, in quanto strutture universali, ereditate filogeneticamente. In questo caso, non è necessario si verifichi qualcosa di traumatico affinché un bambino possa trovarsi a fare i conti con questi scenari fantastici primari (scena primaria, evirazione, seduzione). Quando si riattiva una fantasia ad essa risulta collegato uno specifico stato somatico che spinge verso una scarica e che crea sempre un punto di impasse: la ragione sembra spegnersi (violenza, gelosia, invidia, rabbia…).
L’intreccio tra scenari fantasmatici e stati somatici crea un’eccitazione che è riconducibile al concetto di pulsione, concetto che, come è noto, abbraccia sia la dimensione psichica sia quella somatica. La pulsione, dal punto di vista psichico, rappresenta l’insieme di stimoli interni, del corpo.
Tale eccitazione è collegata allo stato somatico e produce una condizione di dispiacere, cioè essa è in grado di sconvolgere l’omeostasi e tale tensione ha necessità di essere scaricata. Tale scarica può avvenire o mediante un’azione collegata alla causa diretta che ha creato la perturbazione (es. una brutta situazione) o con un’azione prodotta da qualcosa di riconducibile alle fantasie inconsce. In questo secondo caso la scarica della tensione associata allo stato somatico può essere raggiunta attraverso un’azione non direttamente collegata allo stimolo che lo avrebbe causato. Ovviamente la pulsione può anche produrre un’azione imprevista che è in rapporto diretto con lo stimolo proveniente dal mondo esterno, azione che può verificarsi come se fosse un imprevisto, per esempio un atto mancato.
Stimolo–>scenario –> fantasmatico –> pulsione –> azione.
L’azione (es. mangiare compulsivamente, bere alcol…) può essere prodotta
anche dall’incidenza dell’inconscio che include la costruzione fantasmatica,
cioè un determinato scenario fantasmatico inconscio, intrecciato con uno stato
somatico, produce una certa azione (es. lapsus, inciampo, balbettio…). Ma
possiamo anche avere il contrario, cioè, l’azione può essere attivata da un
determinato stato somatico che desta un certo scenario fantasmatico a partire
dal quale è possibile arrivare ad una scarica pulsionale. Poi abbiamo l’azione
che si produce come reazione ad uno stato di tensione generato unicamente dallo
scenario fantasmatico, senza che in gioco ci sia alcunché di proveniente dal
mondo esterno[i].
[i] «[…] assenza di reciproca contraddizione, processo primario (mobilità degli investimenti), atemporalità e sostituzione della realtà esterna con la realtà psichica sono i caratteri che possiamo aspettarci di riscontrare nei processi appartenenti al sistema inconscio». Freud S., L’inconscio, OSF, vol. 8, p. 71.